Con un decreto del segretario generale della Presidenza del Consiglio sono stati individuati i parametri specifici di valutazione delle istanze relative alla quota dell’8‰ a diretta gestione statale, distinti per tipologie di intervento per l’anno in corso. Grazie alla modifica del regolamento contenuto nel dpr 10/03/1998 n. 76 in relazione all’introduzione della categoria edilizia scolastica, avvenuta con la Legge di stabilità 2014, il decreto prende in considerazione le priorità per questa sezione.
Gli enti devono presentare le domande entro il 30 settembre 2015 direttamente alla Presidenza del Consiglio dei ministri via Pec all’indirizzo uffcam.dica@pec.governo.it oppure a mezzo raccomandata. Le domande devono essere redatte in bollo, salvo i casi di esenzione previsti dalle vigenti disposizioni.
Fondi edilizia scolastica. Per quanto concerne l’edilizia scolastica, i fondi finanziano progetti per le ristrutturazioni, il miglioramento, l’adeguamento antisismico, l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli immobili adibiti all’istruzione scolastica di proprietà pubblica dello Stato, degli enti locali territoriali e del Fondo edifici di culto. La priorità è attribuita in base al grado di urgenza dell’intervento.
Fondi calamità naturali. I fondi sono destinati alla realizzazione di lavori, opere, studi, monitoraggio finalizzati alla tutela della pubblica incolumità da fenomeni geomorfologici, idraulici, valanghivi, di incendi boschivi, metereologici, di incendi sismici. Vengono finanziati progetti di ripristino di beni pubblici, inclusi i beni culturali, danneggiati o distrutti dalle medesime tipologie di fenomeni. La priorità è attribuita in base al livello di rischio del sito oggetto di intervento e della relativa popolazione a seguito di un evento o dissesto idrogeologico.
Fondi beni culturali. Gli enti locali possono richiedere i fondi per la conservazione di beni culturali riconosciuti ai sensi del codice dei beni culturali. I fondi sono rivolti al restauro, alla valorizzazione e alla fruibilità da parte del pubblico di beni mobili e immobili che presentano un particolare interesse archeologico, artistico, architettonico, storico, scientifico, etnografico e archivistico. La priorità viene assegnata in base al rischio di perdita del bene, oltre al valore della fruibilità pubblica.