A Palazzo Tassoni, sede del Dipartimento di architettura dell’Università degli Studi di Ferrara, si è svolta la cerimonia di assegnazione della quarta edizione del Premio internazionale di restauro architettonico «Domus Restauro e Conservazione» >>, evento realizzato col patrocinio del comune di Ferrara, dell’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della Provincia di Ferrara e della Federazione degli Ordini degli architetti dell’Emilia Romagna.
Il premio, promosso dall’azienda Fassa Bortolo (giunto alla sua quarta edizione), è stato pensato col fine di selezionare e promuovere al grande pubblico le opere di restauro che siano riuscite a meglio interpretare i principi condivisi dalla comunità scientifica, anche ricorrendo a forme espressive contemporanee. Il premio vuole attestare anche la fondamentale importanza rivestita dal rapporto tra i professionisti e le imprese coinvolte nei lavori, arrivando a premiare i progettisti del settore privato o pubblico e le stesse imprese di restauro che hanno realizzato i manufatti. Particolare interesse è rivolto anche ai lavori di progettazione elaborati nell’ambito delle tesi di laurea presso le diverse università (per i quali sono stati premiati anche i relatori).
La quarta edizione. Le candidature a questa quarta edizione del premio sono state mille, provenienti da paesi europei, dal sud America e dall’Asia. Il progressivo aumento della partecipazione di concorrenti di provenienza non nazionale rispecchia un sempre più diffuso interesse verso la conservazione degli edifici storici. Nello stesso tempo sottolinea l’importanza e la notorietà che il premio ormai ricopre nell’ambito del restauro.
Medaglie d’oro, d’argento e menzioni speciali. La giuria, presieduta anche quest’anno dal prof. Giovanni Carbonara, ordinario di restauro architettonico e direttore della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio all’Università La Sapienza di Roma, vista la grande omogeneità qualitativa delle migliori proposte nella sezione opere realizzate, dopo un lungo dibattito ha deciso con votazione unanime di premiare tre diversi progetti come medaglie d’oro ex-aequo e due come medaglie d’argento.
OPERE REALIZZATE
Medaglie d’oro:
- Studio Sergio Sebastian Architects, Spagna, per la valorizzazione di uno spazio archeologico a Daroca, Saragozza, spazio ipogeo dedicato a funzioni culturali, sale riunioni, piccolo museo
- Arch. Leonardo Angelini, per il restauro del torchio e del mulino di Baresi (Bergamo), che si dimostra come un intervento che ha avuto un forte impatto sociale che lo qualifica per la potenzialità di offrire spunti all’identificazione col patrimonio locale
- Arch Patrizia Valle, per il restauro delle mura di Cittadella (Padova), un’opera di restauro volta al recupero degli elementi significativi delle mura urbane nella loro attuale consistenza materica e valorizzata da due interventi integrativi
Medaglie d’argento. Le due medaglie d’argento sono state destinate una in Estonia, allo Studio Koko Architects per il recupero del Porto per idrovolanti di Tallin, in pochi mesi il museo più visitato dell’Estonia, e l’altra in Spagna, per il lavoro dei progettisti Jansana, De La Villa, De Paauw, Arquitectes + Aaup Jordi Romero i Associats, volto al recupero delle batterie antiaeree di Turò de la Rovira (Barcellona), progetto che si qualifica per la sua rarità e originalità anche sotto il profilo della tutela del patrimonio immateriale.
Menzioni speciali. Nella stessa sezione la giuria ha ritenuto di segnalare come menzioni speciali sei diverse opere: quattro provengono dall’Italia, una dalla Svizzera, una dall’India. Tra questi sei contributi, molto interessante è la proposta dell’arch. Carlo Blasi per il restauro della Cittadella di Damasco (in Siria), intervento aggiuntivo ed eterogeneo rispetto alla struttura architettonica e urbanistica sulla quale si interviene.
Opera che testimonia padronanza del progetto è quella dell’arch. Michele Bondanelli nel suo progetto di restauro della chiesa di San Zeno ad Argenta (Ferrara).
L’arch. Andrea Oliva si segnala come menzione speciale per la riqualificazione e riuso di un capannone per il Tecnopolo di Reggio Emilia, intervento che ha affrontato temi dai quali non si ricava particolare notorietà ma che sono temi sui quali investire attenzioni.
Per quanto concerne la menzione andata al progetto dell’Albergo Raas di Jodhpur (degli Studi Lotus + Praxis) nello stato indiano del Rajasthan, occorre dire che l’occasione del restauro e il riadattamento di un complesso di valore storico è divenuta un esperienza di progettazione partecipata in maniera pluridisciplinare, aperta ad un intelligente recupero e reinterpretazione delle tecniche tradizionali, dalla pietra al legno ai metalli.
Il progetto di ristrutturazione del monastero di Santa Maria dei progettisti svizzeri Durisch + Nolli Architects si distingue per l’attenzione al trattamento delle superfici esterne, per il rispetto della volumetria storica e per la qualità del rapporto col paesaggio.
Ulteriore menzione speciale è stata assegnata all’arch. Roberto Castellani per il restauro del Museo di storia naturale di Siena: opera che si segnala per la delicatezza e l’eleganza delle relative soluzioni architettoniche, curate fino nei minimi dettagli.
PROGETTI ELABORATI COME TESI DI LAUREA
In questa sezione la medaglia d’oro è stata assegnata a Vincenzo Fresta dell’Università degli Studi di Pisa, facoltà di ingegneria (relatori prof. Pietro Ruspi, Marco Giorgio Bevilacqua e Ewa J. Karwacka), per la proposta di restauro, recupero e valorizzazione del complesso di San Silvestro, Pisa.
Le medaglie d’argento sono state a pari merito ben sei, provenienti da diverse università italiane (Roma Tre, Iuav, Catania, Politecnico di Bari) dal Brasile e dal Portogallo.