L'intervista | Regina De Albertis, Presidente Ance Milano Lodi Monza e Brianza

Effetto Milano sulla crescita dell’edilizia lombarda

Regina De Albertis: «... la domanda sul mercato continuerà a essere forte nel breve periodo, considerando anche le Olimpiadi e le Paralimpiadi confidiamo che almeno fino al 2030 il mercato delle costruzioni offra occasioni di lavoro. Come presidente della più grande associazione del sistema Ance spero che le imprese del settore, con storia e capacità industriale, siano in grado di cogliere tutte le opportunità che si offriranno. Noi stiamo lavorando per far sì che Assimpredil Ance sia proprio la casa comune in cui potersi confrontare».

Il rapporto Unioncamere sull’edilizia in Lombardia nel terzo trimestre 2021 indica la continuazione di una consistente crescita del volume d’affari delle imprese lombarde delle costruzioni: la variazione su base annua è pari al +16,9%, un incremento significativo considerato che l’analogo periodo del 2020, con il quale viene fatto il confronto, era stato caratterizzato da una intensa ripartenza dei livelli di attività dopo il blocco dei cantieri avvenuto durante il primo lockdown.

Su base trimestrale la crescita risulta prossima al 4%, una velocità di marcia che, benché in lieve rallentamento rispetto ai due trimestri precedenti (entrambi avevano sfiorato il 5%), si conferma molto elevata e con pochi precedenti nella serie storica.

Tale ulteriore aumento consente all’indice del volume d’affari, calcolato ponendo pari a 100 il valore medio del 2010, di superare quota 105, un livello che non si vedeva da 12 anni a questa parte.

Il 59% delle imprese dichiara un volume d’affari in crescita su base annua, un dato in contrazione rispetto al 70%, registrato nel secondo trimestre, quando però il confronto avveniva con il punto di minimo raggiunto nel 2020; per la quasi totalità delle imprese in espansione (57%) l’incremento è stato superiore ai cinque punti percentuali.

Sulla base di tale premessa approfondiamo con i presidenti delle territoriali lombarde di Ance la situazione nelle diverse province, e con il presidente di Ance Lombardia, Tiziano Pavoni, tratteggiamo il quadro regionale. Partiamo con la presidente Regina De Albertis.

Regina De Albertis | Presidente Ance Milano Lodi Monza e Brianza.

Presidente De Albertis, i dati di Milano, Lodi, Monza e Brianza in termini di crescita del volume d’affari rispecchiano le indicazioni generali della regione lombarda presentate da Unioncamere nel suo recente Rapporto?

I dati del Rapporto Unioncamere sul volume d’affari delle imprese di costruzioni in Lombardia sono molto interessanti e confermano la forte ripresa del settore delle costruzioni nel corso del 2021, anche rispetto agli anni precedenti la pandemia. Non abbiamo fatto una ricerca specifica sul volume d’affari per le imprese che operano nelle nostre tre province ma possiamo facilmente rilevare che il fatturato ai fini Iva è cresciuto per quasi tutte le imprese.  Che l’economia del territorio sia in forte rilancio è ampiamente confermato da tutti gli indicatori economici analizzati nei nostri Rapporti congiunturali territoriali che mostrano la consistente ripresa del settore delle costruzioni in tutte le sue componenti.

Qual è lo stato dell’arte in questa fase dell’edilizia delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza?

La città di Milano ha ripreso già dal 2019 e la pandemia ha solo rallentato nei mesi più difficili la corsa. L’effetto Milano sta ora trascinando anche l’area allargata delle nostre che stanno vivendo un momento di forte ripresa delle attività del settore delle costruzioni. Credo che il dato più significativo, seppur limitato ai lavoratori iscritti alla nostra Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza, è quello delle ore lavorate: la somma delle ore lavorate dai lavoratori di tutte le imprese iscritte alla Cassa Edile che hanno operato nelle nostre province si è incrementata, nei primi 9mesi del 2021, del 27,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Registrando un +10,6% rispetto al 2019 e un + 22,6% rispetto al 2018, periodi precedenti alla pandemia. Anche il numero medio mensile di lavoratori occupati nei primi 9 mesi del 2021 si è incrementato del 6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dato che sale a +13% se si confronta lo stesso periodo del 2019 ed a +24,8% se si considera il 2018. Se si considerano le ore lavorate ed il numero medio mensile di lavoratori occupati i valori registrati nel 2021 sono i più alti a partire dal 2015, a dimostrazione della fase positiva che stiamo vivendo.

Milano, Lodi, Monza e Brianza quali peculiarità territoriali presentano rispetto al resto della Lombardia?

La Città metropolitana di Milano ha rappresentato e continua ad essere un centro propulsore di sviluppo economico, di innovazione e forte attrattività, anche dall’estero, e pertanto si muove in una dimensione diversa rispetto alle altre province lombarde. Ma la dimensione di Milano come polo urbano di livello internazionale permette di irrorare positivi benefici economici a tutte le altre province della Lombardia. Le province di Lodi e Monza e Brianza, con caratteristiche diverse, stanno vivendo un mercato immobiliare residenziale molto vivace rispetto al passato. Il cambio di priorità, degli stili di vita, e una diversa organizzazione del lavoro, derivante dall’esperienza vissuta nella pandemia, sta determinando una maggiore richiesta di abitazioni in aree più decentrate ma con condizioni di maggiore qualità della vita. Sarà importante che i decisori sappiano cogliere con lungimiranza e determinazione le nuove esigenze del vivere urbano e sappiano accompagnare questi processi di trasformazione urbana.

Anche per la spinta del Superbonus, in questi mesi è cresciuto il numero di imprese del settore?

Si è cresciuto come mostrano anche i dati della Cassa Edile, anche se in misura non rilevante perché stiamo parlando di imprese che hanno operai e mezzi, quindi di vere imprese della manifattura edile. Il problema che si sta manifestando è la presenza sul mercato di imprenditori improvvisati, che non sono certo iscritti in cassa edile, che non hanno lavoratori e mezzi, provenienti da altri settori, attratti dalle opportunità offerte dagli incentivi fiscali del superbonus. Diciamo che il Superbonus ha permesso che nel mercato entrassero imprese che si dichiarano del settore delle costruzioni ma che di fatto “fanno solo girare carta”. Questo crea una turbolenza sul mercato che non aiuta i committenti a scegliere le imprese che hanno una storia industriale alle spalle.

E quelle del sistema Ance?

Dal 2019 è cresciuto l’interesse delle imprese verso il mondo associativo ma certamente non solo per effetto dei bonus fiscali. Il maggior numero di adesioni è arrivato con la difficile chiusura dei cantieri durante i mesi del lockdown, nelle fasi di ripartenza e di messa in sicurezza dei lavoratori, è arrivato legato alla preoccupazione per il domani. Far parte di un sistema è stato fondamentale per avere un orientamento garantito sulle cose da fare ma anche per condividere con gli altri imprenditori il percorso da intraprendere. Ne è derivata una maggiore consapevolezza che il ruolo dell’associazione è importante soprattutto in fasi critiche come è stato il periodo della pandemia. Da soli si è più deboli sul mercato. Poi, certamente, ha favorito l’aumento dei soci anche la ripresa del mercato e l’esigenza maggiore di consulenza e assistenza che l’associazione offre a livelli molto elevati di professionalità e specializzazione.

Sul tema manodopera, quali sono i principali problemi, considerando sia i dipendenti diretti, sia l’apporto di professionisti esterni, immaginando che le attività spinte dal Superbonus, anche per la loro temporaneità, non sempre consentano di assumere, tanto meno a tempo indeterminato, figure tecniche e professionali?

Le nostre imprese, che hanno una storia industriale, a volte alla terza o quarta generazione, stanno assumendo personale perché, in una fase di mercato in forte crescita devi essere in grado di affrontarlo in modo adeguato. Certo il personale qualificato scarseggia. Come associazione abbiamo promosso una campagna “lavora con noi” insieme al Comune di Milano e alle Organizzazioni sindacali, attraverso la nostra Scuola edile Esem Cpt. Abbiamo raccolto il fabbisogno, l’offerta di lavoro, e sorprenderà sapere che il 50% degli oltre 600 lavoratori che stiamo cercando con assunzioni immediate, non sono operai e manovali ma tecnici. Questo è un segnale importante perché conferma che se c’è mercato gli imprenditori si muovono e guardano al futuro delle loro imprese.   Guardano con fiducia alle opportunità che nasceranno con il Pnrr, ma anche alle ricadute dell’effetto attrattivo del territorio, per investitori italiani e internazionali.

Presidente, in generale quali sono le principali criticità che emergono dalle imprese in questo periodo?

Sicuramente l’aumento dei prezzi delle materie prime spinto dal maggior costo dell’energia e le strozzature nella catena delle forniture. Siamo consapevoli che la ripresa della domanda globale insieme alle tensioni geopolitiche stanno determinando una crescita dei prezzi. Ma l’Italia si sta dimostrando fragile in tema di approvvigionamento energetico. Il settore sta pagando il fatto che i fornitori delle materie prime (cemento, acciaio, ecc.) sono molto energivori e questo aggrava la situazione sul mercato. È necessario che il Governo intervenga per ripristinare una situazione di maggiore equilibrio.

E quali, invece, le specifiche opportunità?

La domanda sul mercato è in forte crescita sia nel settore degli interventi di riqualificazione degli edifici sia per le politiche espansive per gli investimenti in infrastrutture con particolare riguardo al Pnrr. Abbiamo incontrato recentemente il Comune di Milano che per voce dell’assessore delegato ci ha presentato un importante piano triennale delle opere che integrato dagli interventi presentati dal Comune di Milano a valere sui bandi territoriali del Pnrr portano sulla città un volume molto, molto importante di risorse. Ma anche Città Metropolitana mostra un forte dinamismo con importanti bandi Pnrr vinti per Pinqua, mobilità sostenibile, scuole. Analoga situazione nelle Province di Monza e di Lodi. Uno scenario veramente unico, le risorse sono atterrate e ora alle stazioni appaltanti il compito di indire le gare e rapidamente far partire i cantieri. Siamo anche in attesa di conoscere i progetti di rigenerazione urbana che i decisori pubblici presenteranno nei prossimi mesi per i nostri territori.

Cosa vede in prospettiva per il settore nel breve e nel medio periodo?

La domanda sul mercato continuerà a essere forte nel breve periodo, considerando anche le Olimpiadi e le Paralimpiadi confidiamo che almeno fino al 2030 il mercato delle costruzioni offra occasioni di lavoro. Nel medio periodo, potrebbero modificarsi le componenti di traino: meno riqualificazione energetica e ristrutturazione più infrastrutture e mercato pubblico, inclusa la rigenerazione dell’edilizia Erp: la vera incognita è legata alle condizioni di accesso a questo mercato: la dimensione delle nostre imprese è Piccola  e  se non saranno introdotti meccanismi specifici, come prevede anche l’Unione Europea, per  premiare le grandi imprese che  agganciano le Pmi temo che ci saranno seri problemi di sopravvivenza per questo modello  di filiera. Mi auguro che da un lato ci sia consapevolezza sulla difficoltà nel cambiare una filiera fatta da più di un milione di imprese e altrettante di indotto diretto, con una media di tre dipendenti. Dall’altro come Presidente della più grande associazione del sistema Ance spero che le imprese del settore, con storia e capacità industriale, siano in grado di cogliere tutte le opportunità che si offriranno. Noi stiamo lavorando per far sì che Assimpredil Ance sia proprio la casa comune in cui potersi confrontare.

di Adriano Baffelli

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