A seguito dei ripetuti appelli dell’Organizzazione mondiale della sanità, che invita da anni gli ordini professionali del settore delle costruzioni a partecipare alla salvaguardia della salute delle genti europee attraverso l’informazione delle malattie che si possono contrarre all’interno degli ambienti confinati, dalle più banali allergie, all’asma invalidante a causa di umidità e muffe, al cancro del polmone in presenza di forti concentrazioni di radon a cui sono esposte molte aree, il Consiglio nazionale dei geometri >> ha inserito da circa due anni nel programma di formazione della categoria un corso finalizzato ad accertare la salubrità dell’ambiente costruito formando il cosiddetto «Esperto dell’edificio salubre» (sono già oltre 150 gli esperti diplomati dal Cng).
Ma chi è l’Esperto in edificio salubre? È un tecnico competente conoscitore di nuovi sistemi progettuali e materiali intelligenti a ridotte o zero emissioni di anidride carbonica, inquinanti o nocive alla salute dell’uomo e dell’ambiente, in grado di individuare i difetti nella progettazione di un’abitazione esistente, dai materiali impiegati nella sua costruzione e presenti nell’impiantistica, nel riscaldamento, nell’acustica, nonché preparato per verificare la qualità dell’aria, dell’igiene, della salubrità.
La formazione del Geometra Esperto in Edificio Salubre risponde alla normativa vigente e preserva dalle responsabilità civili e penali a cui è soggetto il libero professionista, una figura professionale nuova per la quale si stimano sbocchi operativi considerevoli, vista l’importanza sostanziale della materia.
Tra le problematiche che maggiormente si riscontrano negli edifici esistenti vi sono muffe e macchie sui muri interni dovuti all’umidità a causa della mancata traspirabilità dei muri stessi, o derivate dall’esistenza ponti termici non adeguatamente progettati.
LA MUFFA
La muffa che si forma su muri e pareti di casa è pericolosa, tossica e cancerogena. Questo problema, che molte volte viene sottovalutato, può essere come causa di diversi disturbi allergici, asma, dermatiti, febbri, tosse, dolori articolari, mal di testa ed emicranie.
La muffa è tossica perché attraverso le sue spore rilascia tossine pericolose per la salute a causa delle sostanze chimiche in esse contenute come i chetoni e gli alcoli che sono l’origine del tipico odore di muffa. Particolari tipologie di funghi che danno vita a determinate specie di muffe, possono essere molto tossiche per l’uomo, la loro tossicità e i loro effetti, sono studiati scientificamente sotto il nome di Mvoc, ossia, studio dei composti organici volatili microbiologici.
Questi studi hanno evidenziato che la tossicità della muffa può colpire diversi organi vitali, dall’apparato gastrointestinale a quello respiratorio, dal sistema nervoso centrale alle cefalee, a malattie che colpiscono la cute, l’occhio, le mucose, soprattutto in persone con basse difese immunitarie, quindi bambini, malati di Aids, pazienti trapiantati, nei quali si riscontra particolare sensibilità al mughetto e alla candida intestinale e a carico dei genitali.
La muffa è anche cancerogena. Partendo infatti dal presupposto che la muffa è un fungo costituito da microrganismi viventi sotto forma di batteri e spore, come in natura ci sono funghi commestibili e funghi velenosi, anche i funghi delle muffe possono essere innocui o molto pericolosi per la salute dell’uomo tanto da essere cancerogeni. Tra i tanti tipi di muffa, quella più pericolosa è originata dal fungo Strachybotrys chartarum che si presenta con macchie nere verdognole sulle pareti e sul soffitto della casa, a causa dell’umidità e delle infiltrazioni di acqua e le micotossine che sono altamente cancerogene.
Paola Allegri | Presidente Associazione Donne Geometra e artefice del progetto di formazione
«Una scarsa qualità della vita negli ambienti confinati per la mancata salubrità ha notevoli risvolti non solo in termini di salute, ma rappresenta una spesa sanitaria elevatissima, da valutare in termini economici al pari di una manovra economica. Questo chiama i progettisti, le industrie dei materiali e le maestranze in prima linea nel processo di qualità dell’ambiente costruito, anche con pesanti responsabilità, considerato che sono già state promulgate le prime sentenze da parte della Cassazione, riconoscendo anche il danno biologico per l’insorgere di problematiche invalidanti alla salute derivate dall’esposizione alla muffa, alle vernici, come già accaduto per l’amianto.
A lanciare l’allarme sull’inquinamento dell’aria negli ambienti confinati oltre l’Organizzazione Mondiale della Sanità è stato il Cnr che ha analizzato 1500 campioni nell’ambito della ricerca europea «OfficAir Project», dedicata alla riduzione degli effetti sulla salute dall’esposizione agli inquinanti dell’aria nei moderni uffici. Sembra un’esagerazione, ma non lo è, visto che un vasto progetto europeo di ricerca che ha preso in esame circa 200 edifici moderni adibiti a ufficio, almeno 20 per ognuno degli otto Paesi coinvolti (Italia, Francia, Finlandia, Olanda, Ungheria, Grecia, Spagna e Portogallo), ha riscontrato livelli di inquinati «indoor» addirittura superiori rispetto a quelli dell’aria esterna. In particolare, per la maggior parte degli edifici adibiti a ufficio esaminati, sono stati riscontrati livelli d’inquinamento da formaldeide, benzene e terpeni anche di gran lunga superiori ai livelli di soglia. Colpa delle pavimentazioni (come il linoleum), degli arredi in legno, di colle, vernici e prodotti di pulizia, dai detergenti ai deodoranti, delle fotocopiatrici e delle stampanti.
Il Cnr ha identificato e valutato più di 30 inquinanti presenti in ambiente indoor studiando banche, call center, centri di ricerca e uffici vari. Qualche esempio per rendersi conto della qualità dell’aria che respiriamo in ufficio? Negli uffici esaminati in Italia, in inverno, è stata rilevata una concentrazione indoor di formaldeide, riconosciuto come cancerogeno, di circa 15 microgrammi per metro cubo, all’esterno si ferma a 4 microgrammi. In estate le concentrazioni aumentano e si passa a 18 microgrammi in interno e 9 in esterno.
La soglia oltre la quale la formaldeide desta preoccupazione in linea con la recente normativa è 10 microgrammi per metro cubo, come evidenziato anche dal Cnr».