Restauro | Conservazione

Intonaci Tradimalt per il parco archeologico di Selinunte

Per il restauro di Selinunte Magistra ha formulato una malta speciale della linea «Ad Hoc», si tratta del laboratorio di progettazione che prevede l’utilizzo esclusivo di calci naturali, ottenute dalla cottura a basse temperature di calcari argillosi.

Selinunte, la polis greca situata nell’attuale città di Castelvetrano (Tp) si trova al centro di un progetto di conservazione in cui vengono utilizzate le malte Magistra, laboratorio di antica cultura edile, brand di Tradimalt >>, gruppo industriale siciliano specializzato nella produzione e distribuzione di materiali per il settore edile, concepito per il recupero dell’edilizia di pregio, bioedilizia e restauri.

Selinunte

A partire da maggio scorso e fino a giugno del 2015, il sito di Selinunte sarà teatro di un imponente cantiere a cielo aperto, grazie a un progetto finanziato dall’Unione Europea, con l’obiettivo di poter ospitare sempre più visitatori da tutto il mondo. Il più grande parco archeologico d’Europa era una delle più ricche colonie greche di Sicilia tra il VII e il VI secolo a.C. Tornata alla luce nel XVI, Selinunte è stata colpita nei secoli da disastrosi terremoti che hanno gravemente danneggiato i suoi templi.

Magistra ad hoc

I materiali. Per il restauro di Selinunte Magistra ha formulato una malta speciale della linea «Ad Hoc», laboratorio di progettazione che prevede l’utilizzo esclusivo di calci naturali, ottenute dalla cottura a basse temperature di calcari argillosi, che permettono di riprodurre le caratteristiche originarie delle superfici e una finitura cromatica molto simile a quella della pietra selinuntina.
Il materiale risponde anche alle esigenze di resistenza alle aggressioni atmosferiche e allo scorrere del tempo, e per questo è stato scelto per gli interventi di restauro dei due templi principali della polis. Per il «Tempio C» è stato progettato un sistema d’intonaci per le parti di anastilosi (tipo di restauro che rimette insieme, elemento per elemento, i pezzi originali di una costruzione distrutta) realizzato con apporto di laterizi.
La parte più consistente dei lavori si concentra però sul «Tempio E», nelle parti alte del monumento, nei capitelli e nei conci della trabeazione, per cui Magistra sta fornendo una malta d’ integrazione «imitativa del degrado». Un team di specialisti ha collaborato per supportare il lavoro degli esperti con ricerche approfondite e studio dei materiali opportuni per ogni singolo intervento, nonché sopralluoghi sul campo per ottimizzare la resa del restauro.

Selinunte

Gli obiettivi. I lavori di restauro avviati a maggio 2014, finanziati dall’Unione Europea con il progetto «Restauro pilota dell’architettura dorica dell’Occidente Greco», puntano a un completo e corretto ripristino dell’area, con l’obiettivo di far tornare a splendere le meraviglie greche del parco archeologico più grande in Europa e di renderlo un polo sempre più attrattivo per turisti provenienti da tutto il mondo.

selinunte Studio in Laboratorio

Il restauro del parco archeologico di Selinunte, iniziato a maggio 2014 e previsto fino a giugno 2015, richiede interventi diversi e complessi, date le condizioni delle rovine selinuntine.
Le operazioni di restauro si rendono oggi necessarie dal momento che negli ultimi anni si sono moltiplicati i fenomeni di caduta delle rovine, anche a causa dell’inefficacia dei precedenti restauri.
Sono inoltre da correggere alcuni problemi strutturali legati ai pochi elementi conservati, soprattutto della trabeazione, che sono stati ricollocati in maniera non sempre fedele all’originale.
Questa situazione ha tra l’altro costretto di recente la direzione del parco a inibire parzialmente la visita nell’opistodomo e negli ambulacri della peristasi. Il progetto attuale di restauro interessa principalmente la conservazione dei templi «C» ed «E» sia dal punto di vista delle sue superfici costitutive che, soprattutto per il «Tempio C», dal punto di vista strutturale.

Tradimalt in cantiere

Il «Tempio C» porta i segni di un lento e inesorabile disfacimento del suo materiale costitutivo, nonché dei vari materiali d’integrazione inseriti con gli interventi di restauro intrapresi dal 1920.
Il progetto di ristrutturazione comprende sette ordini d’interventi; prevede la conservazione delle superfici originali e l’integrazione del colonnato, suddivise nelle fasi operative di pre-consolidamento, pulitura, consolidamento, riconfigurazione e protezione finale delle superfici. Il progetto riguarda altresì delle voci di carattere strutturale per la messa in sicurezza degli elementi architettonici più degradati.

Il «Tempio E». Il progetto per il restauro conservativo del «Tempio E» di Selinunte, massima espressione artistica all’interno dell’attuale parco archeologico, interessa la conservazione di superfici formate da una calcarenite degradata e la risoluzione di una polverizzazione che causa la perdita della forma stessa degli elementi lapidei. Per questo risulta necessario intervenire sulle superfici del tempio, in particolare nella zona basamentale.
Lo scopo è di rallentare il lento polverizzarsi, cercando di ridurre la superficie esposta agli agenti atmosferici e di ridurre o interrompere il degrado causato dai numerosissimi, e spesso dannosi, interventi di restauro subiti dal tempio nel passato. Bisogna però considerare che il restauro non potrà certamente fermare il processo inesorabile di polverizzazione.

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