Edilizia storica | Rovereto, Trento

Restauro conservativo per uno dei più prestigiosi palazzi di Rovereto

L’approccio al consolidamento del palazzo è stato di tipo conservativo, cercando di evitare ogni opera che potesse risultare troppo invasiva, per attuare invece il più possibile la “tutela del bene storico” anche in merito all’evidenza dell’utilizzo di tecniche costruttive molto valide già all’epoca della sua costruzione messe in campo dagli architetti Tacchi. In un intervento integrale come questo, operando un restauro di tipo conservativo, durante i lavori, sono stati ritrovati memorie cancellate o nascoste nelle fasi di adeguamento ai vari utilizzi ai quali è stato destinato l’edificio fino a oggi. Analisi e valutazioni in corso d’opera hanno permesso di attuare interventi più conservativi rispetto a quanto predisposto in progetto.

Il progetto di riqualificazione è stato redatto dall’Atp vincitrice della procedura di gara originaria nel 2011 e costituita dai professionisti arch. Brunella Avi di Krej srl, ing. Adriano Volpato di Csc srl, ing. Oscar Nichelatti di Unitec group e arch. Camilla Gazzini.

Area d’ingresso museo.

La sfida di adeguare un palazzo storico alle esigenze contemporanee implica la capacità d’intervenire nel rispetto del bene tutelato con la consapevolezza di dover introdurre delle modifiche anche invasive (strutturali, estetiche, spaziali impiantistiche), cercando di mantenere inalterati gli equilibri originari.

Fronte verso strada e torrente Leno.

I lavori di restauro si sono svolti tra il marzo 2014 e il giugno 2017 a opera della Ati d’imprese Ediltione spa e Nerobutto Tiziano & Francesco snc. Il restauro ha permesso di conservare e ripristinare le costanti che caratterizzano l’architettura dell’edificio (fronti esterni e ambienti interni di pregio).

L’edificio è stato sottoposto a importanti opere di consolidamento ed è stato dotato di specifica impiantistica nel massimo rispetto possibile dell’esistente, operando principalmente negli ambiti più compromessi e privi di elementi di pregio, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici della Provincia di Trento.

Fronti sud ed est verso il giardino pubblico.

Riassetto del sistema fondazionale

Lavori di palificazione interna con micropali.

Durante gli scavi perimetrali esterni e interni, i muri esistenti presentavano strutture di fondazione in ottimo stato. La muratura affonda nel terreno allargando la base con uno zoccolo importante ed è realizzata con pietrame squadrato e leganti di buona pezzatura e consistenza.

Sono quindi state realizzate palificazioni perimetrali (interne ed esterne) utilizzando micropali in acciaio di diametro 140 e lunghezza 7 m, iniettati con Betoncino Trav2 di Tassullo.

Le palificazioni perimetrali di rinforzo, onde evitare d’intersecare le strutture originarie, sono state infisse in modo che il cordolo testa-palo e il contro-muro previsto risultassero di ampia sezione, andando così ad aumentare notevolmente il piano di scarico a terra delle murature verticali. I cordoli testa-palo (esterni e interni) sono stati collegati fra loro attraverso il muro originario in modo da legare tutto il sistema statico fondazionale. 

Realizzazione di contromuri perimetrali calcestruzzo armato

Realizzazione contromuro perimetrale contro terra con inglobamento teste pali.

Attorno all’edificio, sotto il livello del terreno, è stato realizzato un contromuro in calcestruzzo armato utilizzando calcestruzzo impermeabile sia per la realizzazione del muro sia per i dadi di fondazione. Il tutto è stato rivestito con una guaina di tipo cementizio e un tessuto geo-composito drenante.

Si evitano così le risalite di umidità nel contromuro che potrebbero inficiare il sistema di deumidificazione utilizzato al piede delle murature originali, creando una barriera chimica orizzontale mediante iniezioni di resine a base di silossani sino a saturazione. 

Consolidamento murario mediante iniezioni

Iniezioni di consolidamento murature portanti.

Le murature portanti sono state iniettate con Boiacca Iniezione 100 di Calchera di S. Giorgio, miscela inorganica a basso contenuto di sali idrosolubili a base di calce idraulica naturale in modo da saturare ogni possibile interstizio presente nello spessore murario.

L’intervento è stato eseguito su tutte le pareti (interne ed esterne) non interessate da decori pittorici superficiali e ha permesso di ottenere una migliore qualità statica complessiva dell’edificio. Negli spazi vuoti rinvenuti nelle murature (camini e cavedi verticali occulti), hanno trovato sede le colonne montanti verticali degli impianti.

Il completamento del consolidamento dei maschi murari interessati è avvenuto con operazioni di “cuci e scuci”. 

Consolidamento degli avvolti in pietra e in cotto

Consolidamento avvolti in pietrame e in cotto.

Il rinforzo degli estradossi degli avvolti (sul piano interrato, semi interrato e rialzato) è avvenuto mediante svuotamento e pulitura degli interstizi, inserimento di connettori in acciaio resinati quali barre elicoidali Fidhelibar Dry Fix, applicazione di rete in Frp FidgglassStruktura 340 di Fidia srl e stesura di uno strato di malta a base di calce idraulica (5 cm) con betoncino strutturale Structura di Calchera di S. Giorgio.

Gli interventi hanno integrato l’indebolita capacità statica delle partizioni voltate, reintegrato i cedimenti esauriti e fermato quelli in atto. 

Rinforzo del solaio ligneo originale

Consolidamento del solaio in legno esistente con posa del piano in X-Lam.

Costituiti da travi lignee e tufo interposto, i solai lignei sono stati mantenuti in opera, restaurati e rifunzionalizzati malgrado l’importante incremento di portata richiesto, mantenendo le decorazioni (pitture e stucchi) all’intradosso. Si è impiegata la tecnica di rinforzo “solaio legno con legno”, operando solamente sull’estradosso delle travi.

La campagna di sondaggi sullo stato di conservazione delle travi, ha permesso d’individuare lo stato di degrado delle travi e le tecniche d’intervento. Sono state applicate delle protesi in acciaio S275jr nel caso di ammaloramento degli elementi di testata, in alcuni casi è stata necessaria la sostituzione, in altri il totale consolidamento delle travi che hanno perso la loro funzione statica.

Dopo aver collocato sul piano tutta l’impiantistica necessaria, distribuendola lungo le parti libere da interventi strutturali, si è posto in opera un pannello in X-Lam da 8 cm di Essepi, connesso con le sottostanti travature esistenti mediante viti di ancoraggio Wurth.

Per pareggiare i diversi dislivelli all’estradosso delle travi del solaio e garantire la complanarità al piano in X-Lam soprastante, sono stati collocati in opera una serie di spessori lignei sagomati uno a uno sul profilo della trave interessata.

La tecnica adottata ha permesso di ottenere sia il consolidamento richiesto dal nuovo utilizzo, sia la salvaguardia e il restauro dell’intradosso caratterizzato in più punti da elementi pittorici e decorativi da conservare e restaurare.

Le operazioni di consolidamento delle travi lignee e del tufo interposto hanno garantito la salvaguardia dei decori all’intradosso mentre il nuovo soprastante piano di calpestio monolitico di X-Lam, direttamente connesso con le murature portanti perimetrali, ha permesso di sgravare il solaio originale dai nuovi carichi. 

Nuovo solaio ligneo

Nuovo solaio in legno massiccio e perimetrale in acciaio.

Il solaio di sottotetto era stato smantellato perché compromesso da ingenti infiltrazioni. Il nuovo solaio è stato realizzato con travature in legno massiccio squadrato a vista, cappa armata e travature perimetrali di appoggio in acciaio ancorate alle murature mediante connettori.

Un brano di solaio avrebbe dovuto essere ancorato su tre lati a pareti ove, durante le fasi di lavoro, sono emersi decori settecenteschi pregevoli. Si è quindi provveduto a realizzare una specifica trave “arredo” passante al di spora, a cui appendere il solaio, in modo da lasciare liberi i tre lati interessati. 

Nuova struttura di copertura

Copertura in legno con travi tipo uso ”Fiume” e copertura provvisoria.

È stata realizzata con travature in legno massiccio di Larice classe C24 e Ufs/a uso “fiume” fornite da Illen snc disposte in modo da garantire un risultato finale di qualità architettonico-formale e strutturale qualificante per gli ambienti sottostanti. Il cordolo perimetrale in acciaio ha contribuito a connettere e consolidare anche il sottostante cornicione di gronda.

Durante le fasi di sostituzione del tetto è stata montata un’apposita copertura temporanea permettendo di smontare il tetto esistente e intervenire senza alcun rischio per il manufatto sottostante. 

Dettaglio finitura della nuova scala in legno del sottotetto.

Restauro del cornicione di gronda

La delicata e instabile situazione di una buona parte del cornicione ha richiesto il consolidamento delle parti incoerenti con l’utilizzo di reti in fibra Glasstex e connettori meccanici. Le parti irrimediabilmente compromesse sono state ricostruite. 

Cerchiature interne, tiranti e catene

Per evitare di compromettere gli intonaci esterni, sono state eseguite specifiche cerchiature operando dall’interno. Sono state poste in opera delle catene di collegamento a ciascun piano costituite da barre in acciaio S355 attraversanti tutto l’edificio sia in senso longitudinale sia in quello trasversale, affiancandosi a ogni lato delle murature, con fissaggi all’esterno sotto intonaco. 

Rinforzo statico della scala preesistente

Per evitare di demolire l’apparato decorativo, presente all’intradosso delle scale, per consolidare la scala in pietra interna, si è optato per una soluzione di “presidio” che garantisse il rispetto delle norme di sicurezza ma che nello stesso tempo salvaguardasse le decorazioni. Sono state posate fibre in acciaio unidirezionali Uhtss e connettori a fiocco Uhtss Fidstell di Fidia nella parte centrale “sottorampa”, nascoste con un intervento di ripristino decorativo. 

Restauro della scala in pietra esistente e nuovo solaio in legno.

Restauro delle mensole e dei poggioli in pietra

La presenza d’importanti lesioni della pietra che compone sia le mensole sia i piani di calpestio ha richiesto il consolidamento con iniezioni di resina nelle fessurazioni e cinturazioni in acciaio per mantenere la coesione lapidea e la funzione delle mensole, ulteriormente rinforzate con l’inserimento longitudinale di profili in acciaio a T vincolati nella muratura portante. Le lastre di calpestio dei poggioli sono state rinforzate collocando all’intradosso, a presidio e rinforzo, lamiere in acciaio. 

Androne e scalone centrale al piano rialzato.

Restauro intonaci esterni

Una accurata finitura e omogeneizzazione degli intonaci con integrazioni delle parti ammalorate o mancanti e la stesura di un fondo consolidante in profondità hanno permesso di procedere successivamente con la realizzazione del marmorino di facciata e stesura di un protettivo finale. 

Restauro degli intonaci interni

Restauro degli intonaci a soffitto, integrazione parti mancanti con supporto in reti “nervometal” in sostituzione del cannucciato.

Il mantenimento degli intonaci originali interni su gran parte delle pareti e dei soffitti e le evidenti diversità tra le tecniche di aggrappo dei vari ambienti più o meno decorati, hanno comportato interventi differenziati: consolidamento degli intonaci a soffitto del primo piano con intervento meccanico, iniezioni, stesura di fondo consolidante, ricostruzione di parti mancanti di soffitto, recupero e rifacimento di stucchi, rasatura aggrappante, stesura di stucco liscio di omogeneizzazione, stesura a due mani di marmorino e lisciato a ferro negli ambienti scale e atri.

L’intervento di riadesione dei distacchi è avvenuto mediante iniezioni di boiacche consolidanti su arelle lignee, su cannucciato o direttamente sulle le travi lignee del solaio. Le fasi di lavoro hanno riguardato: foratura secondo un reticolo prestabilito (30×30 cm), pulitura con aria delle cavità createsi tra l’intonaco e la struttura di supporto, aspirazione del materiale polverulento e della malta disgregata, umidificazione delle cavità con iniezioni di micro-emulsioni acriliche a base acquosa a bassa viscosità e alta capacità penetrante diluito in acqua in rapporto 1:1 e applicato fino a rifiuto, stuccatura delle crepe e sigillatura preventiva dei bordi delle aree originarie, iniezione nelle cavità di composto per iniezioni a basso peso specifico costituito da legante idraulico misto ad aggregati carbonatici micronizzati e silicei (ad alta superficie specifica, fluidificato, a ritiro contrastato e privo di sali idrosolubili), stuccatura dei fori di iniezione. Anche dove si è ricorso al consolidamento meccanico dell’intonaco con ancoraggi puntuali mediante viti e rondelle, l’intervento è progredito per fasi: definizione del reticolo di ancoraggio (circa 60×60 cm), posa in opera di viti autofilettanti a testa svasata e rispettiva, sigillatura in malta di tutti i fori. 

Restauro delle opere pittoriche interne

Restauro pittorico.

Sono state utilizzate differenti tecniche di rimozione degli strati di tinteggiatura interna a seconda delle diverse situazioni emerse nel palazzo durante il corso dei lavori: scrostatura di pitture interne per le parti prive di alcun decoro sottostante, rimozione manuale controllata degli strati di tinteggiatura superiori per le parti con lieve presenza di decori sottostanti e descialbo ove erano evidenti particolari e delicati decori pittorici.

Questa lavorazione ha richiesto personale specializzato e attenzione nell’asportazione degli strati pittorici soprastanti senza danneggiare il livello che s’intendeva riportare in primo piano. Lo strato da rimuovere era costituito unicamente da tinte, pertanto si è operata un’asportazione con strumenti di precisione, quali bisturi a lama mobile e matite in fibra di vetro, coadiuvati da impacchi emollienti localizzati di sola acqua deionizzata.

Ultimata la fase di scoprimento degli apparati decorativi, si è proceduto all’esecuzione del consolidamento statico, pianificando precisi reticoli d’intervento senza rischio di danneggiare le porzioni di dipinti più elaborati.

È stato eseguito quindi il restauro pittorico per fasi successive: pulitura a secco con panetti di lattice, rifinitura con applicazioni di carbonato di ammonio e carta giapponese, consolidamento di scaglie di pellicola pittorica e riadeguamento, consolidamenti corticali con microemulsioni di resine acriliche, rimozione di stuccature cementizie, plastiche e incongruenti, stuccatura delle abrasioni e lacune, integrazione a neutro di grosse lacune, ritocchi pittorici con tecniche ad acquarello della superficie per la ripresa e omogeneizzazione dei decori (compresa l’eventuale riproposizione, solo con tratto disegnato o con campiture di colore, dei tratti scomparsi di decoro, qualora fossero stati). Una volta consolidati e restaurati i vari intonaci a soffitto, è stato possibile integrare e ricostruire in analogia, stucchi e decorazioni. 

Distribuzione impiantistica

Integrazione e convivenza tra reti impiantistiche e consolidamenti strutturali.

La necessità di preservare il più possibile l’immobile ha richiesto di collocare le montanti impiantistiche entro cavedi rinvenuti e bonificati e d’installare gli elementi a incasso sui tratti di parete ricostruiti ex-novo, dove si fosse intervenuti con “cuci e scuci” e su tratti dove l’intonaco originale fosse già assente. 

Pannelli radianti a pavimento

È stato utilizzato un sistema radiante a pavimento di ridotto spessore Euromax di Eurotherm così da riuscire a rispettare, nel limite del possibile, le quote di arrivo della scala lapidea esistente. Il sistema ha richiesto un massetto alleggerito performante e di spessore ridottissimo (25 mm) realizzato sopra un isolante in poliuretano di ulteriori 20 mm, in modo da inglobare una gabbia metallica tridimensionale entro cui corrono le tubazioni radianti.

CHI HA FATTO COSA

Team Krej | ©Ph Marco Simonini
  • Committente
  • Comune di Rovereto, Trento
  • Project management e direzione lavori
  • Atp arch. Brunella Avi (Krej Engineering srl), ing. Adriano Volpato (Csc srl), ing. Oscar Nichelatti (Unitec Group), arch. Camilla Gazzini
  • Progettazione architettonica
  • Arch. Brunella Avi (Krej Engineering srl), arch. Camilla Gazzini
  • Progettazione strutturale
  • ing. Adriano Volpato (Csc srl)
  • Progettazione Impianti
  • ing. Oscar Nichelatti (Unitec Group)
  • Coordinamento sicurezza progettuale ed esecutiva
  • Geom. Paolo Avi (Krej Engineering srl)
  • Impresa edile
  • Ediltione spa
  • Impresa di restauro
  • Nerobutto Tiziano & Francesco snc
  • Opere impiantistiche
  • Bertolini Ocea Impianti srl

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