Edifici alti |Torre Intesa Sanpaolo a Torino

Soluzioni in calcestruzzo armato studiate per rispettare i tempi di costruzione

Le particolari esigenze di contenimento del calore sviluppato nelle fasi di getto hanno reso necessaria una miscela particolare per il calcestruzzo, studiata appositamente, che consentisse anche il rispetto delle caratteristiche di autocompattabilità e una lavorabilità superiore alle sei ore.

Per la Torre Intesa Sanpaolo di Torino il sistema strutturale portante è costituito da sei megacolonne in struttura mista acciaio calcestruzzo.
Il nucleo interno è in cemento armato e assolve alla funzione non solo portante, ma anche di nucleo servizi, ascensori e di controvento strutturale.
Le particolari esigenze di contenimento del calore sviluppato hanno reso necessaria una miscela particolare, studiata appositamente, che consentisse anche il rispetto delle caratteristiche di autocompattabilità e una lavorabilità superiore alle sei ore.

Il nucleo interno è in cemento armato e assolve alla funzione non solo portante, ma anche di nucleo servizi, ascensori e di controvento strutturale. È stata impiegata la tecnologia Doka, in particolare il sistema autorampante Ske 50 e 100 plus per il getto di calcestruzzo all’interno del core centrale. I ritmi di lavoro sui nuclei si sono assestati su un ciclo completo di 10 giorni. (©Andrea Cappello).

CALCESTRUZZO
La fornitura dei calcestruzzi per la parte interrata e il nucleo centrale è stata approntata da Unical, con getti con un tempo massimo di 87 ore, per un totale di circa 13mila mc di calcestruzzo Scc per realizzare il plinto di fondazione alto 420 cm. La soluzione del getto unico ha accelerato la velocità di esecuzione consentendo un contenimento dei tempi di occupazione del cantiere.
Gli impianti impegnati sono stati quelli della cintura di Torino: Strada Berlia, Orbassano e Santena, dotati di un doppio punto di carico al fine di assicurare la continuità di approvvigionamento ed evitare deleterie interruzioni di getto. Gli aggregati sono stati tutti prodotti dalla cava del Ceretto che ha assicurato qualità e quantità per l’intera durata del getto mentre il cemento è stato fornito dallo stabilimento Buzzi Unicem di Trino; le particolari esigenze di contenimento del calore sviluppato (delta adiabatico non superiore ai 35 °C) hanno reso necessario una miscela particolare, studiata appositamente, che consentisse anche il rispetto delle caratteristiche di autocompattabilità e una lavorabilità superiore alle sei ore.

L'enorme platea, realizzata successivamente alla fase di top down, presenta una geometria importante. L’altezza delle carpenterie metalliche era tale da consentire il transito delle maestranze. Le particolari esigenze di contenimento del calore sviluppato hanno reso necessaria una miscela particolare, studiata appositamente, che consentisse anche il rispetto delle caratteristiche di autocompattabilità e una lavorabilità superiore alle sei ore (©Andrea Cappello).
L’enorme platea, realizzata successivamente alla fase di top down, presenta una geometria importante. L’altezza delle carpenterie metalliche
era tale da consentire il transito delle maestranze. Le particolari esigenze di contenimento del calore sviluppato hanno reso necessaria una miscela particolare,
studiata appositamente, che consentisse anche il rispetto delle caratteristiche di autocompattabilità e una lavorabilità superiore alle sei ore (©Andrea Cappello).

La miscela è stata completata con il filler micronizzato fornito dalla Nicem di Bergamo e con l’additivo della consociata Addiment. Prima di procedere alle forniture c’è stato un grande lavoro di studio del laboratorio di area affiancato al Centro Ricerche di Settimello che ha portato alla qualifica del calcestruzzo da utilizzare al getto: un C28/35 Scc Xc3. Complessivamente sono stati effettuati 630 viaggi per 19mila ton di aggregati e oltre 70mila l di additivi. I controlli sul calcestruzzo hanno permesso di verificare le caratteristiche dell’autocompattante fornito e sono stati eseguiti 1.400 prelievi e 1.350 prove di slump flow.

CASSERATURE
La realizzazione degli elementi in calcestruzzo della Torre Intesa Sanpaolo è avvenuta con l’utilizzo di tecnologia Doka, in particolare il sistema autorampante Ske 50 e 100 plus per il getto di calcestruzzo all’interno del core centrale. I ritmi di lavoro sui nuclei si sono assestati su un ciclo completo di 10 giorni (disarmo, rampata, riposizionamento dei moduli cassaforma e getto).

Il nucleo interno è in cemento armato e assolve alla funzione non solo portante, ma anche di nucleo servizi, ascensori e di controvento strutturale. È stata impiegata la tecnologia Doka, in particolare il sistema autorampante Ske 50 e 100 plus per il getto di calcestruzzo all’interno del core centrale. I ritmi di lavoro sui nuclei si sono assestati su un ciclo completo di 10 giorni. (©Andrea Cappello).

Per l’accesso ai sistemi rampanti in quota sono state allestite due torri scala Doka con altezza massima 100 m, inserite all’interno dei vani scala. Tutte le piattaforme di lavoro sono state collegate fra di loro da un sistema di scale a pioli e botole con chiusura a gravità, conformi alle normative sulla sicurezza. La velocità di rampata del sistema si è attestata intorno a 5 min/m, con una velocità massima del vento di 72 km/h, e un’inclinazione del getto fino a ± 15 gradi.
Per la messa in sicurezza del perimetro dei solai, di tipologia mista, è stato selezionato il sistema di protezione laterale Xp Doka. È costituito da griglie di protezione zincate, di dimensione 2,70×1,20 m, che s’innestano su aste parapetto, già precedentemente fissate nel calcestruzzo o alla cassaforma per mezzo di diverse tipologie di fissaggio.
Gli elementi sono ergonomici e leggeri, adatti alla movimentazione manuale. Le aste di parapetto del sistema possono essere impiegate anche con tavolame e tubi da ponteggio. Xp è un Dpc (dispositivo di protezione collettiva) in classe A, che può essere allestito in situazioni diverse: per la messa in sicurezza del perimetro dei solai in lavorazione, negli interventi di completamento e ripristino d’infrastrutture (ponti), nel completamento e ristrutturazione di edifici commerciali e/o residenziali, nella delimitazione di aree di lavoro in cantieri, anche stradali.

di Cesare Cattaneo

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