Edilizia residenziale | Malcesine, demolizione e ricostruzione di edificio rurale

Tradizione del legno e del sasso a vista ma anche fotovoltaico in copertura

Il fabbricato usato come fienile e ricovero bestiame è passato da annesso rustico ad abitazione civile mediante l’applicazione delle leggi regionale 14/2009 e 13/2011 conosciute come «Piano Casa». La vetustà della struttura esistente non ne ha permesso l’adeguamento sismico e si è quindi proceduto a una demolizione e ricostruzione nel rispetto della sagoma esistente.

Il fabbricato rurale adibito a ricovero attrezzi, stalla e fienile è stato ristrutturato con cambio d’uso ad abitazione civile. Non esistendo documentazione tecnica che ne potesse confermare una datazione certa, a seguito di indagini e a memoria della proprietà, la realizzazione dell’immobile è stata fatta risalire intorno agli anni ‘50.

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L’edificio rurale com’era e come è stato reinterpretato. Da evidenziare, il mantenimento della copertura tradizionale a due falde, resa più funzionale sia per l’ombreggiatura e protezione del rivestimento in legno delle pareti esterne dell’edificio, sia per l’alloggiamento dei pannelli fotovoltaici, attraverso una falda più aggettante che costituisce un porticato a doppia altezza.
L’edificio rurale com’era e come è stato reinterpretato. Da evidenziare, il mantenimento della copertura tradizionale a due falde, resa più funzionale sia per l’ombreggiatura e protezione del rivestimento in legno delle pareti esterne dell’edificio, sia per l’alloggiamento dei pannelli fotovoltaici, attraverso una falda più aggettante che costituisce un porticato a doppia altezza.

La datazione è stata confermata anche dalla tecnologia impiegata nella costruzione: blocchi in cemento fuori terra intonacati al grezzo, con sovrastante copertura in cemento e travi prefabbricate in cemento precompresso. Bisogna ricordare che in questa fascia pedemontana gli edifici rurali tradizionali sono a due falde, elemento tipico ma non certamente in blocchi grezzi di cemento con copertura in travi precompresse in cemento armato e tantomeno con le forometrie ampie dell’annesso rustico in questione.

La totale demolizione.
La totale demolizione.

Immediato dopoguerraL’edificio esistente potrebbe essere appartenuto alle categorie di costruzioni dell’immediato dopoguerra, non certamente assimilabili agli elementi di quell’architettura spontanea, caratteristica di tante zone agricole collinari, ma piuttosto di edifici costruiti senza alcun rigore architettonico e rispondenti alle esigenze strettamente contingenti al lavoro agricolo e con un costo il più economico possibile. Il tutto realizzato in totale assenza di strumenti urbanistici e legato al territorio solamente appunto per la funzione agricola a cui era destinato.

Fondazioni e muri di contenimento della parte interrata sono in calcestruzzo armato. Primo solaio in legno collaborante.
Fondazioni e muri di contenimento della parte interrata sono in calcestruzzo armato. Primo solaio in legno collaborante.

Negli anni, inoltre, tanti edifici come questo hanno spesso subito cambiamenti e modifiche sia per la loro necessaria conservazione, sia per una migliore integrazione nel contesto agricolo della proprietà, con migliorie legate a un sempre più elevato benessere della proprietà. Tali cambiamenti naturalmente non hanno colpito sistematicamente tutti gli edifici: tanti hanno mantenuto i connotati originali, degradandosi ulteriormente con il passare del tempo, ed è proprio questo degrado che si può facilmente vedere in quest’immobile, che ha sicuramente delle caratteristiche costruttive tradizionali, ma che si limitano solo alle falde a capanna della copertura.

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Il cambio di destinazione. È stato ristrutturato il fabbricato destinato a fienile e ricovero bestiame con cambio di destinazione d’uso da annesso rustico ad abitazione civile, mediante l’applicazione delle leggi regionale 14/2009 e 13/2011 conosciute come «Piano Casa». Il sito originale era caratterizzato da due corpi di fabbrica principali che oltre alla legnaia e alla porcilaia costituivano l’aggregato tipico delle corti rurali presenti in questa fascia pedemontana dell’alto lago gardesano.

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La pendenza della giacitura, l’orientamento e le caratteristiche morfologiche e di accesso, ma soprattutto le limitazioni imposte dal Piano degli interventi in quest’area agricola, hanno fortemente condizionato le scelte architettoniche e progettuali. La vetustà della struttura esistente non ha permesso l’adeguamento sismico del fabbricato esistente e poiché l’area è inserita nella zona 2 di classe di sismicità, è stato necessario procedere a una totale demolizione e conseguente ricostruzione nella medesima sagoma dell’esistente.

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Il progetto. La scelta progettuale, che volutamente ha dato un aspetto più «aggressivo» alla copertura nella sua specificità, non ha voluto snaturare l’aspetto tradizionale delle coperture a due falde, che peraltro sono state mantenute, ma sono state solo reinterpretate per ottenere una maggiore funzionalità della copertura, sia per l’ombreggiatura e protezione del rivestimento in legno delle pareti esterne dell’edificio, sia per l’alloggiamento dei pannelli fotovoltaici, creando una falda più aggettante che costituisce un porticato a doppia altezza, anche questo comunque, elemento caratteristico delle costruzioni rurali collinari.

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Legno e murature in sasso a vista sono i materiali protagonisti di questo progetto, anche come elementi caratterizzanti l’architettura tradizionale della zona, seppur rivisitata con un moderato nuovo linguaggio interpretativo. La presenza dei moduli fotovoltaici è sicuramente l’aspetto più invasivo in siti di questo genere, ma bisogna ricordare che data la posizione montana non vi è il gas metano, e la risorsa energetica maggiormente sostenibile è quella solare.

Arch. Albino Finotti
Arch. Albino Finotti | Progettista e direttore lavori

Tra forma e funzione | Arch. Albino Finotti
«Ho provato a impostare uno studio di come s’impone la costruzione ristrutturata rispetto al paesaggio circostante, ricordando che rispetto all’esistente la copertura di progetto è più bassa di circa 60 cm. Questa scelta progettuale riduce la vista dell’intervento sia dal fabbricato adiacente sia dai siti circostanti. Facendo un’attenta valutazione della visuale dell’edificio dalle vie pubbliche adiacenti si può meglio capire il rapporto in essere tra il progetto e l’intorno. Nella fase progettuale ho cercato d’interpretare l’evoluzione dell’architettura contemporanea, in un delicato equilibrio tra arte e funzionalità, tra estetica e razionalità, con particolare attenzione alle problematiche costruttive. Dal «pensare» al «fare» al «vivere» l’architettura, questo è il percorso che seguo con attenzione al contesto, ai materiali, coniugando innovazione e tradizione, che si tratti di un intervento di restauro o di una costruzione ex novo».

Posa delle strutture verticali, copertura e isolamenti.
Posa delle strutture verticali, copertura e isolamenti.

Il cantiere. La demolizione è avvenuta nel mese di luglio 2014, con la successiva immediata fase di ricostruzione delle fondazioni e dei muri di contenimento della parte interrata in cemento armato tradizionale e successivamente il primo solaio in legno collaborante, eseguito in maniera da poter alloggiare di seguito la struttura in legno dei due piani successivi. La perfetta programmazione delle fasi consecutive di lavoro di posa delle strutture verticali, copertura e isolamenti, ha permesso di arrivare alla chiusura dell’involucro già ai primi di agosto, e quindi di procedere con le fasi successive e di finitura nei tempi di programma, nonostante le difficoltà metereologiche di una stagione molto piovosa.

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Una volta chiusi i pacchetti isolanti, verificata la tenuta all’aria e la giunzione delle strutture secondo le indicazioni dei calcoli strutturali, si è potuto proseguire con tutte le finiture, fasi che sappiamo essere le più lunghe e dispersive quando si vogliono ottenere dei risultati architettonici particolari. Un’adeguata attenzione tra fase progettuale ed esecutiva, di concerto a una buona esperienza, e l’aiuto di strumenti virtuali precisi, ha permesso di abbattere tanti tempi di attesa che spesso l’interazione tra i vari artigiani comporta. Si è potuto, infatti, ordinare in anticipo serramenti, porte e scale interne in acciaio cortèn, con la precisione degli strumenti informatici, montando il tutto senza errori significativi a struttura appena ultimata.

Dettagli interni.
Dettagli interni.

Nel rispetto del cronoprogramma di cantiere, la committenza ha potuto fare il trasloco già a metà dicembre ed entrare in casa a lavori ultimati prima di Natale 2014. Un tempo di esecuzione di tutto rispetto, dalla demolizione ai primi di luglio alla chiusura lavori a fine dicembre dello stesso anno. Le scelte tecniche sono state orientate nel rispetto del rapporto costo-convenienza, cercando una mediazione tra la sostenibilità dei materiali. Principe tra questi l’uso del legname da costruzione, ma da sottolineare anche il costo della materia prima, la durabilità e il beneficio in termini di risparmio energetico. 

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Gli impianti sono caratteristici per questa tipologia di costruzione, dove la combinazione edificio più impianto porta l’abitazione a raggiungere la classe energetica A. Con una quota sostenibile costituita da pannelli fotovoltaici e solari integrati, che saturano abbondantemente la quota di legge, una centrale termica di nuova generazione a pellets, affiancata a scambiatori termici ad alto rendimento, completa il quadro energetico a basso consumo. L’impianto prevede inoltre per il riscaldamento l’utilizzo di sistemi radianti con un controllo per stanza di temperatura e umidità, differenziato in funzione di insolazione ed esposizione. Ad esso si affianca una stufa a legna a integrazione del riscaldamento usuale. La copertura alloggia anche pannelli solari per l’acqua sanitaria e integrazione del riscaldamento a terra.

Chi ha fatto Cosa
Proprietà: Stefania Gadotti
Progettista e direttore lavori: arch. Albino Finotti
Progettista strutture: ing. Giorgio Lavezzari
Termotecnico: Progetto Energia, studio d’Ingegneria Impiantistica dell’ing. Luigi Dall’Agnola e perito industriale Luca Lonardi
Impresa esecutrice: Impresa Edile Giuseppe Milani, Malcesine (Vr)
Geologo: Studio di Geologia Applicata, geol. Fernando Cavagnari, Dossobuono (Vr)
Fornitura e posa strutture in legno: Edil Legno snc di Andrea Trevisani e Francesco Bresaola, Caprino Veronese (Vr)
Fornitura e posa strutture in ferro (scale e parapetti): Sider Color Veneta srl, Parona (Vr)
Fornitura e posa serramenti: Albertini spa, Colognola ai Colli (Vr)
Fornitura e posa pavimenti in legno (Listone Giordano): Bordoni srl, Verona
Fornitura e posa pavimenti in ceramica (Marazzi): Svai spa, Sommacampagna (Vr)
Impianto termoidrosanitario: Elettrotermica Dall’Ora, Garda (Vr)
Impianto elettrico: Povoli snc, Riva del Garda (Tn)

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