MCB progetti è uno studio di progettazione con sede a Broni in provincia di Pavia. L’esperienza in bioedilizia è nata in concomitanza alla partecipazione a un concorso indetto dal Consiglio nazionale geometri finalizzata a raccogliere progetti innovativi da esporre ad Expo Milano 2015 alla quale i geometri Lorenzo Maggi, Filippo Chiesa e Cristiano Bersani hanno partecipato presentando un progetto di riqualificazione energetico-architettonica di una tipica cascina lombarda.
Oltre agli interventi migliorativi della struttura storica è stato realizzato un Villaggio eco-sostenibile, cuore del comparto, composto da diverse soluzioni abitative realizzate con struttura in legno e coibentazione in paglia, tra cui delle social housing, delle ville private e un condominio di tre piani. Il progetto si è classificato al 3° posto ed è stato esposto per tutta la durata di Expo 2015 al padiglione Conaf che ospitava anche la presenza del Consiglio nazionale geometri.
MCB Progetti | Geometri Filippo Chiesa, Cristiano Bersani, Lorenzo Maggi
Il nostro obiettivo? Portare il nostro progetto edilizio nelle zone colpite dal sisma del Centro Italia! «Se la favola dei tre porcellini fosse stata scritta successivamente alla creazione delle nostre abitazioni, il lupo avrebbe avuto vita difficile già dalla prima casetta. Le nostre abitazioni sono del tutto sicure e anallergiche, sono ignifughe, traspiranti e nascono antisismiche; basti pensare che su un nostro prototipo di villetta è stato applicato virtualmente il sisma del Centro Italia del 24 agosto 2016 e l’abitazione l’ha superato indenne per cui non abbiamo dovuto apportare modifiche o integrazioni e si, sono anche eterne con una manutenzione ordinaria. MCB progetti intanto ha allargato il proprio organico di professionisti e pensa al domani, quando la richiesta di abitazioni a basso impatto ambientale sarà maggiore e costruire sul costruito sarà necessario. Abbiamo già in serbo importanti aggiornamenti al progetto strutturale che consentono una maggiore riduzione delle dispersioni dell’involucro, riduzione di utilizzo di legname, un ulteriore incremento della velocità di posa (il vero fiore all’occhiello del progetto) e una riduzione del costo di realizzazione attualmente di 1’100/1’200 euro/mq chiavi in mano».
Stato di fatto e di progetto
Forti dell’avventura milanese, dopo un sopralluogo per una ristrutturazione di un edificio residenziale di cortile nella periferia di Lodi, edificato agli inizi del ‘900 con condizioni d’insalubrità dei locali dovute alla presenza di forte umidità di risalita, nonostante la realizzazione una ventina d’anni prima di un vespaio in ghiaione, le altezze dei piani più bassi dei limiti previsti per legge, le murature realizzate in mattoni di terra cruda e legati con malta di argilla, è stata proposta ai clienti la demolizione totale e ricostruzione in legno e paglia.
Inutile dire che la soluzione è stata accettata con tutte le domande del caso, le quali però hanno trovato risposta via via durante l’iter progettuale ed esecutivo. Lo stato di fatto si presenta come una casa bifamiliare speculare al muro di spina, con entrambe gli accessi dal cortile interno, composta da 2 piani di cui uno parzialmente interrato prospiciente la strada. L’ambiente circostante è caratterizzato dalla tradizionale campagna lodigiana con villette di recente costruzione intervallate da torrenti, pioppeti e fabbricati rurali.
CANTIERE
Fondazioni
La demolizione della porzione interessata di fabbricato è stata effettuata manualmente a causa della fragilità delle murature perimetrali e anche per non compromettere la stabilità dell’abitazione adiacente. Una volta ripulita l’area di tutte le macerie è stata eseguita l’indagine geologico geotecnica che ha evidenziato la presenza di acqua superficiale a causa di un torrente tombinato perdente sotto la vicina strada. Affondando la prima bennata nel terreno, per la preparazione delle fondazioni, si è cavato fango fino a 50 cm di profondità e a scavo ultimato quest’ultimo è rimasto costantemente pieno d’acqua. Con l’ausilio del ghiaione di recupero del vecchio vespaio e di nuovi tubi corrugati microforati in Pead è stato realizzato un drenaggio poi canalizzato in un tombino nella parte più bassa del cortile per allontanare le acque sorgive ed evitare spiacevoli infiltrazioni.
Dopo l’esecuzione del drenaggio è stato posato un telo bentonitico per l’impermeabilizzazione delle fondazioni, è stato quindi steso uno strato di 10 cm di magrone e sono state posate le barre di acciaio tipo B450C per l’armatura. La fondazione del tipo a platea è costituita da calcestruzzo classe C32/40 XC4 S4, gli steli armati hanno differenti quote viste le diverse pendenze del cortile e fungono da «vasca» per contenere il vetro cellulare granulato riciclato. Questo materiale 100% riciclabile ha caratteristiche d’isolamento termico elevate oltre a essere idrorepellente ed è stato utilizzato come vespaio isolato; successivamente la posa con i big bag è stato compattato con una piastra vibrante fino alla quota interessata e dopo la formazione delle forometrie, è stato ricoperto da un massetto ripartitore in calcestruzzo armato con doppia rete elettrosaldata. Una volta completata la fondazione sono stati impermeabilizzati anche gli steli con guaina bitumata saldata a caldo, per garantire una totale tenuta all’acqua.
Involucro in legno e paglia
In una limpida e soleggiata mattina invernale sono stati eseguiti dei fori negli steli per alloggiare le barre porta pilastri rese solidali agli stessi mediante resine bi-componenti a presa rapida che hanno permesso la posa dei pilastri in legno del piano terra in qualche ora. La struttura a telaio è in legno lamellare GL24h ed è composta da pilastri e travi posati equidistanti in modo da formare le intercapedini per la posa delle balle di paglia di frumento. Tutto l’agglomerato è stato studiato in modo da garantire la miglior trasportabilità e manovrabilità in cantiere da una squadra di massimo 3 operatori, infatti non c’è stato bisogno d’installare una gru di cantiere (una manna per un cantiere di dimensioni assai ridotte) senza però superare mai i limiti di peso e altezza trasportati da ciascun operaio come previsto per legge.
Le travi del tetto più voluminose sono state posate mediante la gru montata sull’autocarro della ditta fornitrice, lo stesso è valso per le lastre ondulate in cemento fibrorinforzato alle quali è seguita poi la posa dei coppi di recupero della vecchia abitazione. La struttura è stata ultimata in appena 6 giorni lavorativi vantando 70 mq di slp su 2 piani. Una volta arrivati in coperta, sono state fornite le balle di paglia di frumento le quali hanno subito le ultime verifiche tecniche da parte della direzione lavori e dei progettisti per verificarne la conformità. Una volta installato un telo oscurante sul ponteggio esterno, sono stati posati i supporti per intonaco esterni in materiale ecologico riciclabile e traspirante. Le intercapedini chiuse esternamente sono state quindi riempite con le balle di paglia intere e foderati manualmente gli spazi tra gli incroci di pilastri e travi.
La direzione lavori ha avuto un compito fondamentale per la buona riuscita del progetto ossia cercare tra le aziende agricole di zona quale producesse ancora le balle di paglia di piccole dimensioni con tutte le caratteristiche di massa, umidità interna e regolarità di sagoma per avere il minimo sfrido e la miglior qualità di prodotto. Inoltre sono state controllate rigorosamente le fasi della posa per assicurarsi di non lasciare spazi vuoti. I calcoli e i test effettuati sulla stratigrafia dell’involucro opaco studiato da MCB progetti evidenziano una trasmittanza U di 0.139 W/m2k con una massa superficiale di appena 88 kg/m2 ma che garantisce uno sfasamento eccezionale di quasi 24 h.
Impianti
In parallelo, gli impiantisti dell’affidataria impostavano le utenze e posavano i corrugati certificati autoestinguenti, fissavano le scatole dell’impianto elettrico alla struttura in legno e posavano i tubi dell’impianto idraulico. A differenza di una muratura in mattoni che necessita di essere scanalata per il passaggio delle tubazioni, in questa abitazione i tubi passano dietro le pannellature di supporto dell’intonaco e talvolta, ad esempio in presenza di accavallamenti, passano tra le balle di paglia, evitando quindi la produzione di polveri, rumori e macerie da smaltire. Le pannellature di supporto dell’intonaco interno vengono quindi forate in prossimità delle scatole dove poi vengono montati i supporti «a mollette» tipo cartongesso. Successivamente è stato tutto intonacato con rasante in calce naturale.
Il solaio interpiano è stato realizzato con assito in perline a giunto maschiato appoggiato ai travetti lasciati a vista (come desiderato dalla committenza), è stato posato avvitato alla struttura, uno strato di Osb tipo 3 per ripartire i carichi, sopra di esso poi a coprire gli impianti è stato eseguito un sottofondo in argilla espansa stabilizzata e a completare l’opera un massetto in sabbia e cemento per la formazione del piano di posa del pavimento.
Le grandi performance dell’involucro hanno permesso di non utilizzare il metano per il riscaldamento degli ambienti, il tutto si condensa in un’abitazione full electric rispettosa dell’ambiente dalla costruzione all’utilizzo. Basti pensare che è stato sufficiente l’utilizzo di una pompa di calore aria-aria dual split installati rispettivamente nel soggiorno/cucina al piano terra e nella camera da letto al primo piano, sono stati anche previsti dei termo arredi elettrici integrativi di potenza massima 800 W nella zona giorno e nel bagno prevedendo una spesa massima per il riscaldamento di 190 euro per tutta la stagione invernale.
L’acqua calda sanitaria è prodotta mediante un bollitore elettrico da 50 litri con funzionamento programmabile e personalizzato in base all’utilizzo per un maggior risparmio di corrente, integrato nel periodo estivo con un singolo collettore solare termico a circolazione naturale e un ulteriore accumulo di 100 litri capace di coprire fino al 65 % del fabbisogno di acs, inoltre sono stati installati due recuperatori di calore ai due piani e per l’impianto elettrico è stato predisposto l’impianto fotovoltaico e la domotica attualmente però non installati per libera scelta della committenza.
Serramenti
Per la posa dei serramenti si è optato per dei tradizionali falsi telai in legno fissati direttamente alla struttura portante, lo stesso vale per il falso telaio metallico del portoncino blindato, sono state quindi posate anche soglie, davanzali e contro davanzali in serizzo dello spessore di 4 cm con il taglio termico riempito di eps 100. La scelta è stata rivolta verso serramenti in pvc a 5 camere doppio vetro con gas argon dotate di apertura a vasistas e pertugi di micro ventilazione, gli infissi invece sono del tipo gelosie in alluminio effetto legno.
Finiture
Per quanto riguarda le finiture interne ed esterne, si è optato per soluzioni semplici e funzionali dal gradevole effetto estetico. Una tinteggiatura di pittura all’acqua di colore bianco per l’interno e l’esterno per ridurre anche il fattore di assorbimento solare nel periodo estivo. Tinteggiatura a base acquosa protettiva per legno di colore naturale sia per le gronde sia per il tetto a vista nella camera da letto e il solaio interpiano, nonché per il cielo del vano scala che, tra l’altro, forma una versatile cabina armadio nella camera da letto, dati gli spazi molto ridotti degli ambienti interni. Per i pavimenti si è optato per del gres porcellanato made in Italy color abete chiaro così anche per gli zoccolini battiscopa che riprendono lo stesso motivo, i rivestimenti del bagno in piastrelle di ceramica propongono alcuni motivi con le tinte sabbia per niente estranee al contesto.
I piccoli ambienti dell’abitazione risultano assai accoglienti e nonostante le dimensioni ridotte, il soffitto e il tetto in legno a vista danno la percezione di volumi sobri e spazi mai scontati. Si è cercato di rendere piacevole e innovativo uno spazio inserito in un contesto estremamente vincolato, ricavando da un’abitazione vetusta e malsana, una soluzione hi-tech proiettata all’eco sostenibilità, al rispetto dell’ambiente e al risparmio economico puntando su materiali provenienti da filiera corta e a km Zero nonché azzerando le emissioni C02.
Uso di legname certificato
Strutturale
Pefc (legname proveniente da foreste controllate e certificate 100% sostenibili) Ce (Uni En 14081-1 Ntc 01/07/2009 per conformità legno strutturale e lamellare)
Certificato A Din 1052:2008 (assemblaggio lamellare)
Certificato C3 Din 1052-10:2012 (idoneità incollaggio lamellare)
Supporto intonaco
Pefc (legname proveniente da foreste controllate e certificate 100% sostenibili)
Anab-Icea (prodotto eco-sostenibile e bio-compatibile)
Caratteristiche pacchetto muro in paglia di MCB progetti
Spessore = variabile max. 50 cm
Trasmittanza U = 0,139 W/mqK
Massa superficiale (intonaco escluso dl 311/06) = 88 kg
Trasmittanza termica periodica = 0,004 W/mqK
Sfasamento dell’onda termica = -23,82 h
Classe di reazione al fuoco Uni En 13501-1 = B – s 1 – d 0
Chi ha fatto Cosa
Committente: Privato
Progetto definitivo ed esecutivo: Mcb progetti, geom. Filippo Chiesa, geom. Cristiano Bersani, geom. Lorenzo Maggi
Progetto impianto termico e L 10: geom. Lorenzo Maggi
Indagine geologico – geotecnica: dott. Geol. Andrea Ferrarotti, Studio di Geologia e Geotecnica ambientale
Direzione lavori: geom. Cristiano Bersani
Topografia e catasto: geom. Filippo Chiesa, geom. Debora Mirabelli
Sicurezza cantiere: geom. Maurizio Soresini
Struttura in legno: Girometta Mario srl
Fornitura paglia: Ditta Morandi, Azienda Agricola
Carpenteria metallica: La Ferramenta del Borgo, Pavia
Impresa esecutrice: Impresa costruzioni e risanamento General Contractor srl