Edilizia residenziale | Rovigo

Casa-studio in centro storico

L’intervento ha trasformato un edificio dei primi anni Cinquanta, con bassi livelli di comfort e alti costi di esercizio, in un edificio efficiente dal punto di vista energetico con bassi consumi e un alto livello di comfort, coniugando rigenerazione urbana ed efficienza energetica. Al posto dell’ampia terrazza esistente è stata creata una terza camera da letto con un ampliamento formato da una struttura leggera in legno lamellare e pareti sandwich.

L’intervento interessa un edificio realizzato nei primi anni ’50 ai margini del centro storico della città di Rovigo, in posizione tranquilla e a pochi passi dalle piazze principali. Il progetto si era proposto di coniugare rigenerazione urbana ed efficienza energetica riqualificando un immobile degradato e ospitando la residenza e lo studio professionale dei progettisti.

L’edificio, la cui storia racconta che fin dagli anni ’50 e ’60 ha sempre avuto una vocazione abitativa e produttiva, prima fabbrica di bibite e poi sede di altre attività artigianali e laboratoriali, è apparso subito idoneo per il tipo d’intervento da realizzare, in quanto situato in un lotto con l’affaccio diretto su strada e perfettamente orientato a sud, condizione vincolante per sfruttare completamente l’apporto solare in termine di luce e calore sia per lo studio sia per l’abitazione.

Prospetto verso la strada.

Con una superficie di circa 240 mq, un vano scala decentrato e una piccola area scoperta sul retro, sembrava perfetto per ospitare il mix funzionale e rispondere alle esigenze lavorative e familiari; un connubio rivelatosi ideale, non solo quotidianamente per la riduzione dei tempi dovuti agli spostamenti casa-lavoro, ma anche durante il periodo di lock-down, per l’emergenza Covid-19, quando il nucleo familiare, composto da 4 persone, si è trovato a dover riprogrammare improvvisamente molti aspetti della vita quotidiana, ma senza particolari disagi ha potuto continuare a lavorare e contemporaneamente gestire la didattica a distanza dei figli senza grosse difficoltà.

La progettazione ha confermato al piano primo la residenza, seppur modificandone la distribuzione, e ha permesso di ottenere sia uno studio, sfruttando parte degli spazi commerciali al piano terra, sia una zona dedicata all’abitazione, direttamente collegata al giardino, e un ambiente di decompressione che è anche il cuore tecnologico della casa, quest’ultimo attraverso una porta che conduce alla scala di collegamento al piano primo.

Prospetto sull’area privata.

Un altro obiettivo raggiunto dall’accorpamento delle due funzioni abbinato al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio, come sarà descritto successivamente, è stato indubbiamente quello di ridurre i consumi, quindi i costi generali di gestione, e le emissioni di Co2.

Un edificio va infatti considerato come una macchina e pertanto è importante capire quale tipo d’investimento economico fare anche in funzione dei costi gestionali successivi. Dopo quattro anni di monitoraggio si può dire che questo edificio di 240 mq consuma in termini energetici la metà di quello che consumavano 100 mq di casa più 90 mq di studio, in due edifici separati.

Questo risultato è stato raggiunto attraverso una serie di scelte finalizzate per elevare i livelli di benessere ambientale, utilizzando un sistema integrato involucro-impianti, e caratterizzate da un intrinseco valore etico.

Dettaglio facciata.

Stato di fatto

L’edificio, disposto su due piani, si presentava degradato nelle finiture e negli impianti, ma in buono stato per quanto riguardava le strutture. Attraverso le operazioni di rilievo sono stati indagati sia il funzionamento strutturale sia le mutazioni avvenute nel corso degli anni, infatti già nei primi anni ’70 l’edificio subì una trasformazione con la realizzazione di un ampliamento in sopraelevazione, sul retro.

Il prospetto verso strada è caratterizzato al piano terra da due ampie vetrine con saracinesche, un chiaro richiamo alla destinazione artigianale precedente, e al piano primo da due grandi finestre e una di dimensioni più piccole. Le forme essenziali e razionaliste sono appena ingentilite da rivestimenti in cotto che disegnano delle specchiature tra le finestre.

Com’era.

Il tetto a padiglione con manto di copertura in coppi presenta un’ampia cornice aggettante in cotto intonacata. A rinforzare l’aspetto che richiama l’architettura razionalista, il volume del vano scala che si collega al corpo principale con un muro curvo e le grandi vetrate in ferro che ricordano l’edilizia produttiva d’inizio ‘900. La volontà è stata quella di mantenere la natura dell’edificio non perdendo il tracciato compositivo originario.

Progettazione bim

La progettazione con approccio Bim ha consentito di controllare meglio le fasi lavorative e avere un riscontro puntuale dei tempi e dei costi. Teniamo presente che i lavori previsti per questa ristrutturazione totale sono durati 12 mesi esatti e il trasferimento nell’edificio è avvenuto dopo un anno dall’acquisto.

Attraverso la modellazione tridimensionale è stato possibile studiare la composizione delle facciate, verificare le tinte, la distribuzione interna dei vani, controllando gli orientamenti attraverso uno studio dell’apporto della luce diurna, testando così l’efficacia dei sistemi di protezione solare.

La progettazione esecutiva integrata con strutture e impianti ha limitato al minimo le interferenze e permesso di lavorare in cantiere con efficacia avendo fornito alle maestranze tutte le informazioni necessarie valutate in sede di progettazione per evitare problemi in fase di posa.

Opere strutturali eseguite

Il fabbricato, con una pianta approssimativamente a “L”, presenta due piani in elevazione, senza interrato. La struttura portante è in muratura, con muri in mattoni pieni e malta di calce. Le opere con rilevanza strutturale eseguite sull’immobile sono le seguenti:

  • realizzazione di una apertura di collegamento tra due locali al piano terra; inserimento di un portale chiuso in acciaio costituito da 2 profili Heb140 accoppiati;
  • realizzazione di una nuova finestra nella parete esterna del piano terra, in asse con la finestra esistente al piano primo; inserimento di un portale chiuso in acciaio costituito da 2 profili Hea 120 accoppiati;
  • spostamento di un’apertura nella parete esterna al piano terra;
  • al piano primo, in corrispondenza del muro di spina a una testa, realizzazione di un’apertura di collegamento tra il corridoio e la camera da letto matrimoniale;
  • restringimento della finestra della camera da letto singolo al piano primo;
  • sostituzione della copertura esistente del corpo principale con un’altra sempre in legno ma più leggera, in cui i tavelloni in laterizio sono sostituiti da un tavolato in legno e le tegole da un pannello metallico tipo sandwich;
  • realizzazione di un cordolo in cemento armato sulla sommità dei muri perimetrali del corpo principale;
  • realizzazione in corrispondenza del terrazzo esistente al piano primo di un ampliamento con struttura in legno a telaio, tetto in legno e pareti sandwich;
  • la profondità della loggia, pari a 2,86 metri è inferiore a 3 metri;
  • la superficie della loggia, pari a circa 15 mq, è inferiore al 15% della superficie di piano, pari a 135,65 x 15% = 20,35 mq;
  • la copertura è realizzata con materiali leggeri (max 100 kg/mq) e non è praticabile.

Interventi architettonici

La distribuzione dei vani al piano primo è stata modificata in funzione dell’orientamento solare, realizzando una comoda zona giorno a sud, sfruttando le grandi aperture preesistenti ma garantendo anche la ventilazione passante est-ovest, un’ampia parete scorrevole tra soggiorno e cucina-pranzo ne dà continuità pur consentendo la separazione.

La superficie prima occupata dalla cucina, e quindi orientata a nord, viene utilizzata per realizzare un secondo bagno, un locale lavanderia e il corridoio distributivo alla zona notte. Al posto dell’ampia terrazza esistente si crea una terza camera da letto con un ampliamento formato da una struttura leggera in legno lamellare e pareti sandwich.

Per migliorare il contenimento energetico si procede alla riduzione delle altezze interne realizzando controsoffitti in cartongesso abbinati a un doppio strato di lana di roccia, per uno spessore totale di 28 cm. Il controsoffitto realizzato in questo modo ha molteplici funzioni, infatti consente il passaggio delle canalizzazioni della ventilazione meccanica controllata, la possibilità di avere un isolamento più efficace, portandolo più in basso possibile e ottenere allo stesso tempo un buon abbattimento acustico.

Al piano terra è stato aperto un collegamento tra gli ampi spazi del laboratorio, realizzando una cerchiatura in metallo lasciata a vista. Le modifiche di questo piano si riducono all’essenziale avendo già delle caratteristiche ideali di partenza: due grandi vetrate a sud a illuminare gli spazi dello studio, altezze importanti anche qui ridotte in modo da isolare orizzontalmente dal basso il primo piano, doppi servizi e spazio retrostante per archivio e laboratorio. Si realizza una sola nuova parete per il vano tecnico dove trovano alloggio le apparecchiature tecniche come il puffer di accumulo, l’addolcitore e i filtri dell’acqua.

Il progetto, come detto, è un sistema integrato di scelte architettoniche e combinate al sistema involucro-impianti dell’edificio. Pertanto, la posa di cappotto esterno in Eps da 16 cm è la soluzione adottata per migliorare le prestazioni dell’involucro e contemporaneamente consentire il ridisegno dei prospetti. La fascia bassa dei prospetti che si affacciano sul cortile è realizzata per il primo metro con pannello ad alta densità Xps.

Finestra studio e giunto di separazione Xps ed Eps.

Un elemento in metallo separa le due fasce per permettere eventuali manutenzioni future nella parte più a contatto col terreno così da limitare eventuali interventi sull’intonachino alla sola parte bassa, più soggetta a urti. I fori finestra ad esempio, leggermente ridotti per il montaggio delle casse termiche, sono ridefiniti col cappotto e “ripuliti” da cornici e rivestimenti, accentuando il gioco dei pieni e dei vuoti, e le specchiature in rilievo, eseguite con cappotto di diverso spessore, ripristinano il dialogo tra alcuni fori.

Tramite colore e lievi dislocazioni nello spessore del cappotto si definiscono verso la strada le funzioni dell’edificio. Una fascia più scura raccoglie tutti gli ingressi sul fronte strada: le vetrate dello studio rappresentano la parte pubblica mentre il portoncino d’ingresso a raso della casa ne sottolinea l’aspetto più privato.

I nuovi serramenti esterni Finstral Nova-line Plus a taglio termico e acustico, con triplo vetro e doppia camera con profilo da 90 mm, sono montati in mezzeria del foro finestra. Questa soluzione non è utile solo per migliorare la prestazione energetica dell’involucro, ma consente di avere internamente un davanzale.

Per il controllo solare sono stati installati frangisole in metallo motorizzati che grazie alla conformazione arcuata permettono di convogliare i raggi luminosi verso l’interno. Inoltre, in estate e nelle ore in cui il sole è alto, in posizione orizzontale, consentono di guardare all’esterno senza che la radiazione solare entri causando surriscaldamento degli ambienti.

Il tetto esistente, con manto di copertura in coppi è stato demolito e sostituito con una nuova struttura con capriata centrale in legno lamellare e manto di copertura in alluminio realizzato con pannello coibentato Tek 28 Alubel che grazie alla sua forma crea una ventilazione naturale che aumenta l’efficienza coibentante.

L’alluminio associato al pannello in poliuretano espanso ad alta densità permette inoltre una significativa riduzione del rumore. La ricostruzione del tetto ha previsto anche la realizzazione di un cordolo perimetrale di rinforzo e chiusura sommitale della struttura. La cornice sporgente sotto grondaia è stata eliminata, in quanto slegata strutturalmente, rendendo in questo modo l’edificio più slanciato e moderno.

Relativamente alle finiture, per l’appartamento al piano primo è stato scelto un pavimento industriale in bambù chiaro con il classico effetto a lamelle, per tutti gli ambienti a esclusione di un bagno. Questo materiale è antistatico e antiallergico, molto resistente agli urti, paragonabile a quelle dei legni più duri, ideale vista la presenza di due bambini. Oltre a ciò, esso è stato scelto in quanto materiale così detto “Co2 neutro” per il ciclo di vita; un’erba con rapido accrescimento (6 anni rispetto agli ‘80 anni di altri legni duri) e che contribuisce a ridurre la deforestazione.

Sempre in ottica green e del recupero della storia di questo edificio e di quanto potesse avere anche un valore estetico si è deciso di recuperare alcuni elementi preesistenti come i radiatori in ghisa (manifesto degli impianti di riscaldamento degli anni del Dopoguerra nelle case unifamiliari e tra gli elementi radianti quelli con maggior inerzia termica) completamente rigenerati, le porte interne restaurate e laccate di bianco, la scala e un paio di grandi serramenti in ferro e vetro dal sapore industriale. L’interno nel suo complesso appare come uno spazio neutro dove prevale il colore paglierino del pavimento, le pareti e i serramenti bianchi, dove l’arredo può inserirsi senza temere conflitti.

Parete scorrevole in fase di montaggio.

Copertura

Il tetto a quattro falde è formato da falsi puntoni e diagonali in legno massiccio, mentre il colmo e la capriata sono in legno lamellare. In particolare, i quattro diagonali poggiano sul colmo che è sorretto nella parte centrale da una capriata, e stabilizzato ai carichi asimmetrici attraverso due puntoni che spingono lateralmente il monaco che è fissato tramite dente nella catena della capriata. Ai fini delle verifiche sismiche si precisa che la copertura può essere assunta come sovraccarico agente sulla sottostruttura, e che la copertura stessa non può essere assimilata a un piano rigido.

Il colmo è sostenuto in posizione centrale dalla capriata e per stabilizzare la rotazione che si formerebbe in condizione di carico asimmetrico, sono stati previsti due puntoni che scaricano sul monaco. Il monaco è poi stato inserito nella catena della capriata (reazione R). Si verificano quindi il monaco a flessione e la catena a tensoflessione sul piano orizzontale.

Orditura secondaria.

Strategia impiantistica

Essendo un edificio non collegato alla rete gas, il sistema di riscaldamento e di produzione dell’acqua calda sanitaria è alimentato da sole risorse rinnovabili, pellet invernale e solare estivo integrato con un sistema di ventilazione meccanica e condizionamento alimentati dall’impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, per ridurre i costi di gestione e le emissioni di Co2 in atmosfera.

Il progetto impiantistico ha previsto un impianto autonomo per riscaldamento per le zone giorno e notte e produzione acqua calda sanitaria centralizzata. Il sistema di generazione prescelto è una termo-cucina a pellet con accumulo solare con integrazione elettrica e predisposizione per inserimento pompa di calore per la zona 1 e sistema del tipo split-system in pompa di calore per la zona 2.

La regolazione climatica avviene tramite valvole termostatiche sui corpi scaldanti e regolazione per ogni ambiente. La distribuzione a due tubi, impianto idronico nella zona 1 e a espansione diretta nella zona 2.

L’edificio raggiunge alti livelli di risparmio energetico grazie all’impianto di ventilazione forzata ubicato al piano primo dove è collocato l’appartamento. L’impianto termico è integrato con un accumulo termico per la produzione di acqua calda e sanitaria con integrazione del solare. Quindi si ha una produzione combinata (riscaldamento più acqua sanitaria) con integrazione del solare termico.

Pannelli fotovoltaici e solari.

L’impianto solare termico per produzione acqua calda sanitaria avviene mediante due pannelli solari posti in copertura e accumulo integrato. La regolazione della centrale termica avviene con centralina climatica che regola la temperatura di mandata in funzione della temperatura. Il trattamento delle acque avviene con filtro autopulente e addolcitore. È prevista l’installazione di un impianto per la produzione di energia elettrica con pannelli policristallini (sup. 19,2 m² con potenza installata di 3480 W).

L’impianto elettrico, oltre alla dotazione standard, ha previsto la realizzazione di impianti videocitofonici, impianto antintrusione volumetrico e perimetrale coordinati con una quota di domotica per il controllo da remoto dell’impianto di allarme e della gestione sempre da remoto del sistema di oscuramento motorizzato dei frangisole. Nella zona destinata all’attività professionale al piano terra, l’impianto è stato realizzato parzialmente su contro-pareti in cartongesso e Osb in parte, per evitare eccessivi scassi sulle pareti esistenti, con canalizzazione.

Sezione dettaglio ampliamento.
Roberto Navarrini ed Elena Lavezzo | Studio Navarrini Architetti e Associati.

Arch. Roberto Navarrini, arch. Elena Lavezzo | Navarrini Architetti Associati

«Parafrasando Giò Ponti, che definiva l’architettura un “cristallo”, abbiamo immaginato questo edificio con una duplice veste: molto aperto verso l’esterno con le grandi vetrine al piano terra che rivelano una funzione pubblica, mentre il fronte principale al piano primo cela la residenza, protetta dai frangisole con l’ingresso che scompare a filo con la facciata principale. Questo con l’intento di proteggere gli spazi privati quasi come fossero degli scrigni preziosi. Abbiamo pensato di rendere il volume esistente ancora più semplice, eliminando le poche decorazioni e altri elementi come il cornicione aggettante. Un edificio, che passava quasi inosservato, adesso con la sua essenzialità assume una forte personalità che lo stacca con forza dal contesto. Casa e lavoro sotto lo stesso tetto hanno permesso di vivere con una certa normalità durante il lockdown dovuto all’emergenza covid 19 continuando l’attività lavorativa. Gli interventi progettuali integrati con l’obiettivo di raggiungere alti livelli di benessere e risparmio energetico hanno elevato questo edificio in classe energetica A con una riduzione complessiva dei consumi di circa il 50%».

CHI HA FATTO COSA

Committente: Privato
Progetto architettonico: arch. Roberto Navarrini, arch. Elena Lavezzo, Navarrini architetti e associati, Rovigo
Direzione lavori: arch. Roberto Navarrini, Rovigo
Progetto strutturale: ing. Luca Turrini, Bologna
Progetto impianti: geom. Angelica Menegatto
Sicurezza: ing. Andrea Cavecchia, Rovigo
Impresa edile: Reale Giuseppino srl, Rovigo
Opere in ferro: Ferrall snc, Rovigo
Impianto elettrico e illuminazione: Bozza & Cervellin srl, Rovigo
Impianto idrotermico: Exsus srl, Rovigo
Tetto in legno: Grosso Legno Architetture srl, Meolo, Venezia
Fotografie: ©navarrini architetti

CHI HA FORNITO COSA

Pavimento in bambù: Moso srl, Biassono (Mb)
Serramenti Finstral: Sol System srl, Villadose (Ro)
Manto di copertura Alubel: Ng lattonieri, Porto Viro (Ro)
Frangisole: Griesser srl, Torino
Termocasse: Vanin srl, Padova
Idrostufa: Palazzetti spa, Porcia (Pn)
Portoncini blindati: Magnum Blindati srl, Verona
Cappotto, intonaci e cartongessi: Splendid Casa, Padova
Pavimento in battuto: Drenatech, Padova
Rivestimenti bagni: Lineaceramica snc, Rovigo

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