Edilizia residenziale | Grosseto

Sistema costruttivo in legno e paglia per un cantiere ecologico ed economico

L’edificio, a due anni dalla sua realizzazione, appare incastonato nel contesto, come se fosse stato sempre lì. I proprietari sono fieri dell’edificio così come sono fieri di aver contribuito a diminuire la Co2 derivante dalla componentistica edile, e a evitare materiali provenienti da derivati petrolchimici; ancor più appaiono felici della modalità con cui la loro casa ha preso vita: amano infatti raccontare la costruzione ricordando agli amici la fatica e il piacere di farla «con le proprie mani», soddisfazione rara nella consuetudine dell’edilizia di oggi, ma assai frequente in quella di una volta.

Situata a ridosso del Monte Amiata, a 550 m di altitudine, Roccalbegna è un comune di circa 1000 abitanti in provincia di Grosseto dove si respira la purezza dell’aria di montagna traguardando la costa toscana e, nelle belle giornate, addirittura la lontana Corsica.

In questo contesto (che sembra essere la risultante di tutte le qualità che un territorio riesce a donare per rilassare l’animo) Marco e Anna, lui romano, lei olandese, dopo un lungo periodo fuori Italia, hanno scelto di crearsi un proprio nido in Toscana. L’abitazione quindi, sin dalle sue prime caratteristiche progettuali, ha cercato di cogliere ogni richiesta dei committenti, dalle scelte più radicali e alternative, sino a quelle più logiche e razionali.

Tutto è iniziato con l’acquisto di un terreno di 2800 mq in frazione S. Caterina, località contrada la Croce, dove era posto un vecchio edificio rurale. L’area acquistata, come tutto il comprensorio, rientra nel sito d’importanza regionale «Alta Valle dellAlbegna» con valenza di sito d’importanza comunitaria (Sic) e zona di protezione speciale (Zps).

Edificio rurale preesistente

Il fabbricato, ricco di recenti superfetazioni e rifacimenti di dubbio valore estetico e strutturale, appare già nel catasto leopoldino che il Granducato di Toscana introdusse a fine ‘700, quindi il suo impianto è sicuramente storico; infatti la posizione dello stabile, posto di costa su un declivio, è assolutamente positiva perchè assolata e riparata dai venti che scendono dal Monte Amiata. Viste le caratteristiche tipologiche non di pregio dell’edificio esistente, si è proceduto a una demolizione e ricostruzione.

Edificio in legno e paglia

È stato realizzato un edificio dalle linee minimali, delicato, rispettoso dellambiente, del contesto storicosociale del territorio e delle sue caratteristiche tipologicocostruttive, contemplando (come di prassi per Dda studio) anche input non convenzionali, come il carattere fiero e cocciuto delle genti del posto (ben rappresentate, tra leggenda e sacralità, ogni anno il 24 novembre, nel borgo di Santa Caterina rivivendo l’antico rito legato al culto del fuoco).

Maestranze, conoscenze, condivisione di saperi e di esperienze, differente utilizzo di materiali, modalità di esecuzione delle arti edili e nuove tecnologie: tutto questo, ha consentito di progettare un edificio in linea con le aspettative della committenza.

Ogni fase di cantiere è stata eseguita dai due proprietari insieme ad artigiani, tecnici locali, amici e familiari, abitanti del borgo e aziende del vicinato. Fasi di autocostruzione si sono mescolate con il lavoro specializzato dei professionisti con il coordinamento del Team Ddastudio e reso possibile dal sistema costruttivo scelto: Econologico.

Quest’ultimo consiste in una tipologia di costruzione strutturale in legno semplice e modulare, fatta apposta per essere successivamente tamponata con le presse di paglia al fine di realizzare edifici economici e ecologici. La paglia, materiale di scarto della produzione agricola, è stata la componente naturale che ha permesso questo «strano» cantiere; infatti intorno alla fase di chiusura del tetto e delle pareti sono nate le potenzialità d’inclusione sociale che hanno aiutato la condivisione delle lavorazioni.

Pronto cantiere

Dopo aver demolito l’edificio preesistente, smontando ogni componente riutilizzabile e accatastando ogni materiale utile, si è provveduto a spianare e drenare il terreno, impostando le fondazioni in cemento armato. Prima del montaggio dei solai sono state realizzate le predisposizioni impiantistiche.

A seguire il solaio areato con moduli in plastica riciclata modulari, i drenaggi laterali e la predisposizione dell’impianto di scarico. Nel frattempo, insieme a degli abitanti della zona, è stata ordinata la paglia presso alcuni agricoltori locali in prossimità dell’area di cantiere.

Struttura in legno

Progettata con software che dialogano con macchinari a controllo numerico dei centri di taglio che forniscono i moduli prefabbricati del sistema costruttivo Econologico, la struttura è giunta in cantiere fornita di ogni componente e ferramenta utile.

Il kit strutturale è sempre accompagnato dal manuale di costruzione per agevolare ogni fase di assemblaggio alle imprese locali e agli stessi proprietari, se optano per il monataggio in autocostruzione.

In pochi giorni è stata realizzata l’impermeabilizzazione del basamento e il fissaggio della trave radice; successivamente, sempre con molta facilità e senza ponteggi e grandi mezzi, sono stati prima assemblati e successivamente montati tra di loro i singoli moduli di Econologico.

Primo livello di grezzo avanzato

Fornite da un contadino, a circa 1 km dal cantiere, le presse di paglia sono state trasportate direttamente dal campo dove gli steli di grano sono stati seminati e cresciuti e dove, intorno a metà luglio sono stati trebbiati.

Le presse, di dimensione 35x45x100 cm, sono state posizionate prima in copertura, poste nelle culle predisposte tra i moduli del tetto, poi nelle pareti tra i moduli formati da morali in kwh di abete 8×8. La tamponatura è stata eseguita direttamente dai committenti con l’aiuto di pochi amici e mediata inizialmente dal gruppo di artigiani Terraepaglia snc.

Dopo il posizionamento della paglia in copertura, si è realizzato prima il tavolato superiore, si è posta una membrana sottotetto traspirante impermeabilizzante da 160 g/mq e infine si è realizzato il manto, riutilizzando le tegole originarie dell’edificio demolito, provvedendo a posizionare una doppia orditura di morali di abete per creare una ventilazione sotto-manto che agevolasse la traspirazione naturale del vapore interstiziale del pacchetto.

Quest’ultimo, costituito da un tavolato inferiore in abete da 32 mm + lo spessore della balla di paglia posta in piano (35 cm) + un nuovo tavolato da 32 mm, raggiunge il valore di trasmittanza di 0,14 W/m2K. La copertura è stata completata con tutti i componenti del cosiddetto «extra tetto»: passaggio dei fumi, aerazione impianti, predisposizione fotovoltaico, solare termico e linee vita.

L’edificio presenta una parte di copertura in piano, dove sono stati disposti i pannelli per il solare termico e per l’impianto Fw. Questa parte di tetto è stata realizzata con finitura in ghiaia contenuta dai blocchi in tufo provenienti dalla demolizione dell’edificio originario.

Il pacchetto della copertura in piano ha, oltre al tris di materiali di quella a falda (tavolato+paglia+tavolato), un ulteriore tavolato superiore, pendenzato e distanziato da quello inferiore, tale da creare una camera d’aria traspirante per mezzo di prese a fungo poste all’estradosso; il tutto è stato impermeabilizzato, ben nastrato e messo in sicurezza dagli agenti atmosferici con la finitura in ghiaia finale.

Completata la copertura, quando la paglia posta nel tetto ha raggiunto la sicurezza di non potersi ammalorare, si è passati alla tamponatura delle pareti. Questa fase, come per la copertura, è stata svolta dai proprietari coadiuvati sempre, durante le prime fasi, dai maestri artigiani Sanni e Sara di Terraepaglia.

A esclusione della prima fila, realizzata in mattoni, le pareti perimetrali sono state realizzate in balle di paglia disposte in piano utilizzando il lato lungo della loro sezione, 45 cm. Calcolando finitura esterna e interna, le pareti raggiungono una trasmittanza di 0,11 W/m2K.

Appena tamponate, le pareti sono state rifinite esternamente da un primo strato in malta di calce e, nella loro parte inferiore esterna, oltre che per soglie e controsoglie, sono state disposte lastre bigie di pietra locale «Peperino della Maremma» proveniente dalle numerose cave vicino il cantiere.

Santa Fiora, patria delle arenarie tufate, come la «Serena», tanto cara al rinascimento toscano, infatti dista pochi chilometri dal cantiere. Le partizioni lapidee sono state disposte con fuga e bisellatura minima, addirittura posizionate «in spessore» quasi a «filo parete» tali da creare un’estetica minimale contemporanea, rivisitando la zoccolatura esterna in pietra tipica della zona.

Per annullare ponti termici, e quindi la possibilità di formazione di muffe e condensa all’interno degli ambienti, è stata divisa ogni soglia con un divisorio in Xps. L’intonaco esterno è stato realizzato da Claudio e Leonardo, padre e figlio, entrambi artigiani edili della zona, con malta di calce lavorata direttamente in cantiere, quindi miscelata con prodotti sfusi e non preconfezionati, proprio come si faceva una volta, aggiungendo polveri di marmi e calcine con ricette quasi segrete.

La malta è stata data in due strati a distanza di stagionatura luna dallaltra, in cui nella prima è stata posta un’arella porta intonaco in cannina palustre proveniente dal lago Trasimeno (Lacep snc) e nella seconda una rete in fibra di vetro.

L’uso della calce è fondamentale, poiché rappresenta uno dei pochi materiali che riesce a donare sia rigidezza sia traspirabilità al pacchetto murario finito; attenzione dev’essere posta anche alla tinteggiatura. Infatti, una pittura commerciale con un coefficiente di permeabilità al vapore acqueo alta rischierebbe d’inficiare il risultato.

Secondo livello di grezzo avanzato

Terminate le opere di finitura esterna (grezzo avanzato di primo livello), si passa agli interni, quindi al secondo livello. Questa fase è costituita dalle prime lavorazioni interne quali divisori e, appena predisposti, le forassiti degli impianti, l’intonaco interno.

Le tramezzature, per contenere i costi, sono state realizzate in blocchi di laterizio forniti da una fornace della zona, mentre gli intonaci sono stati realizzati, seguendo poche lezioni pratiche svolte da Terraepaglia, dai proprietari, utilizzando l’argilla dello scavo.

Per tutte le pareti dell’edificio sono stati stesi due strati dintonaco in terra: il primo «di corpo» spesso circa 3 cm per donare alle prestazioni del pacchetto una buona sfasatura termica, il secondo «di finitura» fatto con malta «barbottina», ovvero con una soluzione molto diluita di acqua e argille locali di diversa colorazione.

L’argilla del luogo, proveniente dallo scavo del basamento, è di un colore grigio molto caratterizzante. Nella zona giorno la tinta è stata lasciata a vista, denunciando il legame primordiale tra l’edificio e il suolo, come se fosse un organismo vegetale che da questo si genera, prendendone la forma.

Alla terra, opportunamente staggiata, è stata aggiunta sabbia silicea per diminuire la componente argillosa e aumentare quella limosa, oltre a filamenti di paglia, «frullando» la paglia sfusa con il decespugliatore in un mastellotto, aumentando il legame degli elementi e assecondare il ritiro durante l’asciugatura. Quest’ultima, per una decina di giorni, quasi tutte le mattine, è stata «governata» spugnando le pareti, soprattutto dello stato di finitura, e amalgamando le cavillature di ritiro.

Impianti

L’edificio è stato predisposto per un impianto termico con corpi radianti ma Marco e Anna utilizzano un’unica stufa a legna che li segue da molte case. Lo strato di paglia, l’assenza di ponti termici, anche grazie alla struttura lignea a doppio telaio, gli infissi di qualità e precauzioni come la gestione dei controtelai e delle soglie con il taglio termico, hanno reso l’edificio performante sia nelle stagioni fredde sia in quelle calde.

Per essere il più possibile energeticamente autosufficienti, sono stati realizzati un impianto fotovoltaico di 1kW di potenza di picco con 4 pannelli da 250 W e un impianto solare termico per l’acqua calda sanitaria. L’impianto elettrico è stato eseguito con tubi protettivi e isolanti, oltre che con scatole e involucri ad alto livello di protezione e schiuma rei 120.

A valle dell’edificio è stato realizzato un sistema di raccolta delle acque piovane e un impianto di fitodepurazione a flusso sommerso che, grazie alla piantumazione di essenze come la cannuccia di palude, mazzasorde, sitiancia e giunchi, contribuisce a donare all’intorno un carattere naturale ricco di vegetazione.

Finiture

L’edificio al suo interno è stato completato con pavimenti e rivestimenti in gres/ceramica commerciali e legno di rovere (posato in autocostruzione), all’esterno i proprietari hanno arredato con molto gusto gli spazi utilizzando i materiali recuperati durante la demolizione dell’edificio preesistente.

Con le travi del tetto sono state realizzate scalinate e pareti contro terra; le pianelle sono state utilizzate per i camminamenti intorno alla casa e all’interno del grande orto curato in policoltura, oltre che con i migliori principi olistici della permacultura.

Econologico

È un sistema costruttivo prefabbricato ad alta efficienza energetica e antisismico, composto da moduli in legno massiccio certificato assemblati per formare reticoli strutturali portanti progettati per essere successivamente tamponati con prodotti naturali.

Il sistema è adatto all’autocostruzione e può prevedere finiture a km zero utilizzando materiali agricoli di scarto per la tamponatura e terre locali per l’intonaco. Il sistema è detto «econologico» in quanto è un prodotto edile legato alla filiera produttiva agricola locale, quindi differente in ogni luogo, ecologico ed economico.

La startup umbra Econologico srl progetta e realizza strutture in legno a doppio telaio grazie a innovativi processi di modellazione parametrica, calcoli e verifiche strutturali, controllo Bim della produzione, delle forniture e della realizzazione.

Le case Econologico possono essere costruite anche da maestranze locali per soddisfare la logica di economia circolare a km zero per l’approvvigionamento di materiali e di manodopera; si possono prevedere fasi in autocostruzione assistita.

CHI HA FATTO COSA

  • Intervento: ristrutturazione edilizia tramite demolizione e ricostruzione
  • Luogo: Roccalbegna (Gr)
  • Committenza: Anna Timmer e Marco Leonardi
  • Tipologia di edificio: abitazione privata
  • Progetto architettonico: Dda studio
  • Progetto strutturale: Ing. Marco Albagini, Zephyrus sas
  • Progetto impiantistico: Ing. Simone Scaccetti
  • Gestione reflui: Geol. Michela Timi
  • Direttore dei lavori: Arch. Simone Lorenzoni, DDAstudio
  • Collaboratore alla dl: Arch. Pierpaolo Canini, DDAstudio
  • Coordinatore sicurezza: Geom Simone Seggiani
  • Responsabile commessa: Arch. Pier Francesco Duranti, DDAstudio
  • Sistema costruttivo: Econologico srl
  • Impresa di costruzione: Costrade srl
  • Finiture edili: Riccardo e Claudio Vagnoni
  • Taglio e fornitura legno: Tecnologie Edili srl
  • Intonaci e paglia: Terra E Paglia snc
  • Impianto idrico: Sole acqua e fuoco di Innocenti Vasco
  • Impianto elettrico: Pomi Roberto Impianti
  • Serramenti: Infissi Rossetti srl
  • Lavori in pietra: Betti Group srl

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