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Incentivi fiscali per le assunzioni qualificate

Bonus fiscali per chi investe in ricerca e sviluppo. L’incentivo potrà essere fruito da tutte quelle aziende che hanno assunto a tempo indeterminato personale qualificato e istaureranno un rapporto di lavoro per almeno 12 mesi con un massimo di 200mila euro annui per azienda.

Il decreto del ministero dello Sviluppo economico del 23 ottobre 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 16 ha dato attuazione all’articolo 24 del dl n. 83/2012 sui bonus fiscali per chi investe in ricerca e sviluppo. L’agevolazione sarà accessibile a tutti i titolari di reddito d’impresa (persone fisiche e società) che hanno assunto a tempo indeterminato personale qualificato, in possesso di laurea magistrale o dottorato di ricerca, avendo, così, diritto a un credito d’imposta pari al 35% del costo lordo dei neo-lavoratori.
L’incentivo potrà essere fruito per 12 mesi a partire dall’instaurazione del rapporto, con un massimo di 200mila euro annui per azienda. Per le start up innovative e gli incubatori certificati di aziende l’incentivo spetterà anche se l’assunzione avviene mediante contratto di apprendistato così da premiare le stabilizzazioni di lavoratori precari impiegati in attività di R&S, purché in possesso dei titoli universitari previsti dalla norma.
Il ministero realizzerà una piattaforma informatica per la gestione del credito d’imposta stanziando inoltre 600mila euro. Sarà un successivo decreto del Mise a definire i contenuti delle domande di accesso e le procedure di presentazione. Sullo stesso sito sarà comunicata la tempistica e l’ammontare dei fondi residui, nonché l’esaurimento degli stessi.
Per le start up e gli incubatori vengono riservati 3 milioni di euro annui a partire dal 2013. L’incentivo, da utilizzare in compensazione tramite F24 telematico, dovrà essere indicato nel modello unico relativo all’anno di maturazione del bonus. I beneficiari avranno l’obbligo di mantenere (o incrementare) il medesimo livello occupazionale per almeno tre anni, ridotti a due in caso di pmi, al netto dei pensionamenti.
Tra le cause di decadenza anche la delocalizzazione dell’attività produttiva in un paese extra-Ue nonché l’accertamento di violazioni fiscali o contributive in materia di lavoro dipendente. Le imprese non soggette a revisione legale dei conti e prive di collegio sindacale avranno accesso a un ulteriore sconto fiscale di 5mila euro per le spese di certificazione contabile restando il tetto a 200mila euro complessivi.

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