Riqualificazione urbana│ Piazza Istria a Sorgane

Ricucitura con le architetture circostanti

La piazza è stata reinterpretata come figura di sintesi dove architettura, arredo, verde, arte, attrezzature, si sono fuse in arena urbana, stanza architettonica, loggia e giardino.

«Una piazza è pur sempre un vuoto urbano, la cui qualità dipende in primo luogo dallo scenario che la incornicia. Nel caso di Piazza Istria (a Sorgane, Firenze), il suo genio è riconosciuto nell’identità delle architetture circostanti, espressione d’una felice stagione fiorentina dell’architettura moderna italiana, assunta come ineludibile referenza informatrice delle geometrie, delle misure, dei caratteri formali dell’ipotesi progettuale. Eliminando le attuali forme d’uso al suolo che ne negano l’identità di vuoto, e dunque di soggiorno collettivo all’aperto del quartiere, il progetto ha voluto fornire una ricucitura d’insieme attraverso nuovi margini forti, senza introdurre alcuna penalizzazione agli usi correnti», così a impresedilinews.it l’architetto Alberto Breschi spiegando che «compositivamente, il progetto ha sviluppato questi obiettivi configurando due piani sovrapposti e iscritti l’uno nell’altro, distinti per livello (m+0,15 e +0,30) rispetto al Viale Croce, per sviluppo perimetrale, per materiale e tessitura degli elementi costitutivi. La piazza vera e propria viene reinterpretata come figura di sintesi dove architettura, arredo, arte, verde, attrezzature si sono fuse in arena urbana, stanza architettonica, loggia, giardino».

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La piazza si regola secondo una partitura suggerita per proiezione dalla trama strutturale del contiguo edificio di Savioli, derivandone una griglia modulare di base orientata in parallelo al lato breve e assunta come pattern formale dell’intera composizione, ancoraggio ideale a una sorta di latente struttura profonda dell’intorno. È stato previsto il ricorso a tre soli materiali, due naturali e uno artificiale, in grado di contemperare l’ispirazione allo spirito modernista proprio dei due maestri, capaci di coniugare tradizione e innovazione, con l’esigenza di controllo economico secondo un sottile contrappunto di valori materici e tecnologici.

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La pietra naturale, materia più pregiata e tradizionale a Firenze nelle due varianti della pietra serena e dei ricorsi in pietra calcarea, e, all’opposto, gli asfalti colorati di nuova generazione, materiali più tecnici dalle interessanti potenzialità estetiche, costituiscono gli ingredienti polari prescelti: rispettivamente, la prima per il piano piazza, tappeto di pietra dal colore grigio chiaro che agli estremi si avvolge su se stesso a formare loggia e panchine; i secondi, per il piano cornice, di colore ocra in contrappunto.
Una pensilina-loggia, lunghe panchine lineari in pietra e legno ai bordi, una fontana utile di acqua ad alta qualità attrezzano la piazza offrendo ambiti differenziati di uso e godimento. Due fila laterali di lampioni illuminano la piazza, affiancati dal decoro immateriale di sottili lampade Led e della fibra ottica incassate rispettivamente nella pavimentazione e lungo il bordo.

Chi ha fatto Cosa
Committente: Comune di Firenze
Rup: ing. Franco Tagliabue
Piano di sicurezza e coordinamento: geom. Cristiano Corri
Progettisti: arch. Alberto Breschi, (capogruppo) Studio Ferrara associati, arch. Flaviano Maria Lorusso
Consulenti: Strutture – ing. Claudio Brunori; Impianti – p.i. Giovanni Ghini; Arredo urbano – arch. Alessio Gai
Direzione lavori: arch.  Alberto Breschi
Assistenza direzione lavori: Tommaso Chiti

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