I vertici di Oice e dei Consigli nazionali degli ingegneri e degli architetti sono intervenuti al convegno «Opere incompiute: quale futuro? Esigenze ed opportunità per il Paese», organizzato dal Ministero delle Infrastrutture e trasporti e da Itaca e tenutosi presso la Città dello sport a Roma. Con un lungo elenco di beni incompiuti e con la volontà di incentivare la progettazione per il completamento delle opere.
La Rete delle professioni tecniche risponde al comunicato stampa Oice-Ancpl Legacoop a proposito dell’inammissibilità dell’emendamento allo Sblocca Italia che avrebbe legittimato le società di ingegneria ad operare nel settore privato. Armando Zambrano: «Ci battiamo per la concorrenza e la parità di trattamento. Consentire alle società di ingegneria di operare nel settore privato avrebbe alterato il mercato».
Per la presidente dell’Oice Patrizia Lotti solamente rivolgendosi ai mercati esteri le aziende riescono a mantenere livelli di produzione che, seppure insufficienti, permettono di resistere e di andare avanti. La contrazione del valore di produzione delle società di ingegneria è in calo del 7,2%.
L’Oice ha eletto il rappresentante regionale per la Lombardia. Dalle prime dichiarazioni del riconfermato rappresentante regionale emerge come la presenza di Oice risulti centrale per tutelare il patrimonio tecnico delle società di ingegneria e per promuovere modifiche ai sistemi di affidamento degli incarichi, che devono essere maggiormente centrati sulla qualità e meno sul prezzo.
Gli 11 mesi del 2013 si sono chiusi con un -21% in valore sugli stessi mesi del 2012. I dati dell’Osservatorio registrano un ribasso medio nelle gare pari al 39%.
Le gare di progettazione recuperano a giugno il 38% in valore sul giugno del 2012. In calo anche l’andamento delle gare miste: nei primi sei mesi è sceso del 42% rispetto a gli stessi mesi del 2012.
Mai avuto un andamento così negativo: dal giugno 2000 un calo del 6,5% rispetto a gennaio 2012. I ribassi con cui le gare vengono aggiudicate sono molto alti e di media sono del 39,2%. Necessario che la pubblica amministrazione torni ad investire ed onorare i debiti nei confronti delle imprese.
