Filca Cisl | Patente a punti

Pesenti: «patente a punti, fondamentale per legalità e qualità del comparto»

Per Domenico Pesenti, presidente di Fetbb, Rete Imprese Italia sta sbagliando a chiedere l’eliminazione della patente a punti con l'obiettivo di semplificare gli adempimenti per le imprese. Il rischio è quello di favorire le imprese scorrette.

Rete Imprese Italia ha giudicato la «patente a punti in edilizia un adempimento esclusivamente documentale» chiedendone l’eliminazione.
Domenico Pesenti, nella duplice veste di segretario generale della Filca Cisl e presidente della Federazione europea degli edili, non si è trovato d’accordo con Rete Imprese Italia e ha commentato negativamente il testo di un documento presentato dall’associazione al Senato in occasione di un’audizione in Commissione Affari costituzionali.
Nello specifico, Pesenti ha sostenuto che «anche Filca-Cisl è favorevole a una semplificazione degli adempimenti per le imprese, ma questa non può ridursi esclusivamente alla richiesta di non introdurre la patente a punti, come ha fatto Rete Imprese Italia. Sostenere che la patente a punti, contemplata dal decreto legislativo 81/08, rappresenta ‘un adempimento esclusivamente documentale a carico delle imprese e dei lavoratori autonomi’ non solo è falso ma mortifica uno strumento, che garantirebbe un’effettiva qualità alle imprese che accedono al mercato, attraverso idonei strumenti di qualificazione concordati tra le parti sociali, Ance compresa. Nessuno può sminuire il grande ruolo che avrebbe la patente nel settore edile, storicamente caratterizzato da lavoro nero, irregolare, illegale. Contrastarla vorrebbe dire compiere un pericoloso passo indietro, a tutto vantaggio delle imprese scorrette. È questo che vogliono gli artigiani?ha concluso il segretario generale di Filca Cisl evidenziando cheinoltre, per rispondere a Rete Imprese Italia circa la presenza di simili adempimenti in altri Paesi, grazie alle mie conoscenze in qualità di vertice della Federazione europea degli edili ho constatato che sono tanti i sistemi che prevedono strumenti premiali per le aziende edili virtuose. Non vedo perché l’Italia dovrebbe privarsene».

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