L'Intervista | Francesco Molteni, Presidente Ance Como

“Domanda in crescita per l’edilizia comasca ma il contesto rimane caotico”

Francesco Molteni, Presidente Ance Como: "... nel breve periodo, gli operatori del mercato saranno chiamati a un grande sforzo per soddisfare la domanda di lavoro legata ai bonus (che hanno scadenze note) e ai lavori del Pnrr della cui mole forse non ci si rende conto appieno. Per il medio periodo, le previsioni sono più complicate: immagino ci sarà un’onda lunga di tutta questa domanda di lavori, ma la spinta a cui assistiamo nella congiuntura attuale temo sarà difficilmente replicabile".
Ing. Francesco Molteni | Presidente Ance Como.

Il rapporto Unioncamere sull’edilizia in Lombardia nel terzo trimestre 2021 indica la continuazione di una consistente crescita del volume d’affari delle imprese lombarde delle costruzioni: la variazione su base annua è pari al +16,9%, un incremento significativo considerato che l’analogo periodo del 2020, con il quale viene fatto il confronto, era stato caratterizzato da una intensa ripartenza dei livelli di attività dopo il blocco dei cantieri avvenuto durante il primo lockdown. Con i presidenti delle territoriali lombarde di Ance la situazione nelle diverse province, e con il presidente di Ance Lombardia, Tiziano Pavoni, tratteggiamo il quadro regionale. L’intervista all’ing. Francesco Molteni, Presidente di Ance Como.

Presidente Molteni, i dati comaschi in termini di crescita del volume d’affari rispecchiano le indicazioni generali della regione lombarda presentate da Unioncamere nel suo recente Rapporto?

Sostanzialmente sì. Le diverse rilevazioni confermano il rimbalzo che ha riguardato il settore, già a partire dal secondo anno della pandemia. Oltre ai volumi d’affari, infatti, anche i dati della Cassa Edile ci mostrano come le ore lavorate siano cresciute, non solo rispetto al 2020, il periodo più critico, ma anche ai mesi in cui, successivamente, l’attività è ripartita con slancio.

Qual è lo stato dell’arte in questa fase dell’edilizia comasca?

Ci troviamo in un contesto di grande fermento. Dopo anni di crisi e lo tsunami della pandemia, la domanda di lavori, privati e pubblici, spinti i primi dai diversi incentivi fiscali e i secondi da un mercato in crescita (e che in prospettiva crescerà ancora di più) fatica ad essere soddisfatta dagli operatori che, nel tempo, si sono ridotti in numero e “asciugati” per quanto riguarda le proprie strutture operative. Al netto del Covid è sicuramente meglio degli ultimi anni che abbiamo conosciuto, però risulta, comunque, complicato trovare un equilibrio.

Como quali peculiarità territoriali presenta rispetto al resto della Lombardia?

Como è un territorio sostanzialmente fortunato: si trova tra Milano e la Svizzera, due aree che, per diversi motivi, sono notoriamente molto attrattive e, dunque, offre l’opportunità a chi non vuole o non può risiedere nel capoluogo regionale o nella Confederazione, un’ottima alternativa. Senza contare le bellezze del lago che, tanto più negli ultimi anni, hanno sempre mostrato un grande richiamo anche internazionale.

Anche per la spinta del Superbonus, in questi mesi è cresciuto il numero di imprese del settore?

Dopo tanti anni di costante calo del numero di imprese, già dal 2019 abbiamo assistito a una leggera inversione di tendenza che, a parte il 2020 che è un anno straordinario da troppi punti di vista per essere considerato effettivamente parte di una base storica, si è consolidata nel 2021, sicuramente grazie anche ai diversi bonus che hanno trainato il settore. Non stiamo parlando di numeri eclatanti in provincia di Como, ma si tratta, comunque, di un segnale importante e costante da diversi mesi a questa parte.

E quelle del sistema Ance?

Parallelamente, anche le imprese di Ance Como stanno finalmente risalendo: la lenta ma continua emorragia di iscritti – dovuta, principalmente a un calo delle imprese del territorio a cui abbiamo assistito per oltre un decennio – si è interrotta e dall’anno scorso, riceviamo diverse richieste di iscrizione motivate, principalmente, dal servizio di assistenza e consulenza che possiamo fornire, in particolare sui vari bonus. Ance Como è stata, infatti, tra le prime associazioni a “confezionare” un percorso di assistenza completo per gli interventi legati agli incentivi: già nel 2018, abbiamo sottoscritto un Protocollo con la multiutility del territorio per la cessione del credito, senza necessità di passare dalla banca che, poi, si è adattato alle diverse novità normative e, in particolare, al superbonus. Essendo un accordo in esclusiva per le nostre imprese, il richiamo è stato abbastanza forte.

Sul tema manodopera, quali sono i principali problemi, considerando sia i dipendenti diretti, sia l’apporto di professionisti esterni, immaginando che le attività spinte dal Superbonus, anche per la loro temporaneità, non sempre consentano di assumere, tanto meno a tempo indeterminato, figure tecniche e professionali?

Sebbene ci sia grande domanda di lavoro, il contesto è caotico, essendo passati da un estremo di mercato all’altro, con le conseguenze che questo comporta, non solo per i materiali – è noto il marasma di forniture e prezzi – ma anche della manodopera. È molto complicato oggi individuare, sia figure tecniche, sia operai qualificati e c’è molta concorrenza tra le imprese. Benché gli operatori ora potrebbero investire anche sul personale, sono molto cauti nel compiere certe scelte, poiché, visti i chiari di luna e la velocità con cui il mercato può risentire di eventi esogeni all’attività dell’impresa (per una pandemia, per una nave che si incastra nel canale di Suez…), diventa rischioso assumere iniziative di crescita strutturale.

Presidente, in generale quali sono le principali criticità che emergono dalle imprese in questo periodo?

Oltre ai principali che abbiamo citato – prezzi dei materiali (sulle forniture la situazione sta migliorando anche se ci sono ancora criticità) e reperimento di manodopera – uno dei problemi maggiori che, tra l’altro, riscontriamo anche come associazione, è il continuo cambiamento delle regole del gioco, durante il gioco: è chiaro che gli incentivi, anche generosi, di cui si sta beneficiando siano relativi ad una fase limitata nel tempo. Però è necessario che in questa fase, le disposizioni, che sono anche articolate e complicate da comprendere, metabolizzare e trasferire agli operatori, non vengano modificate così frequentemente e, soprattutto, imponendo prescrizioni diverse, limiti e paletti prima non esistenti che, considerata la filiera, gli impegni e i tempi tipici del cantiere, complicano enormemente l’attività dell’impresa. Avendo queste discipline una durata definita, ebbene che le disposizioni che le regolano non cambino.

E quali, invece, le specifiche opportunità?

Le opportunità sono diverse: sia per le imprese che sono chiamate a soddisfare una grande domanda di lavoro e che, quindi, pur con i rischi di cui si è detto, potrebbero anche tornare a crescere, non solo di numero, ma per dimensione e capacità, facendo attenzione soprattutto alle esigenze dettate dai principali driver del mercato – la sostenibilità, in primis. E sia per la collettività, nel senso che gli incentivi e il superbonus in particolare, al di là delle varie critiche che possono essere mosse alla scelta del legislatore, sono degli strumenti che consentono, nei fatti, oltre che di rilanciare un settore trainante e, dunque, l’economia del Paese (come i dati macroeconomici stanno dimostrando), stanno consentendo di riqualificare, in termini di minori consumi e minori emissioni inquinanti, il patrimonio edilizio esistente che in Italia è vetusto ed energivoro.

Cosa vede in prospettiva per il settore nel breve e nel medio periodo?

Nel breve periodo, gli operatori del mercato saranno chiamati a un grande sforzo per soddisfare la domanda di lavoro legata ai bonus (che hanno scadenze note) e ai lavori del Pnrr della cui mole forse non ci si rende conto appieno. Per il medio periodo, le previsioni sono più complicate: immagino ci sarà un’onda lunga di tutta questa domanda di lavori, ma la spinta a cui assistiamo nella congiuntura attuale temo sarà difficilmente replicabile. Credo sia auspicabile cercare di stabilizzare il mercato con misure strutturali: alcuni incentivi sulle ristrutturazioni hanno dimostrato di ripagarsi da soli e, dunque, dovrebbero essere confermati con una prospettiva più lunga, senza necessità di aspettare il mese di dicembre di ogni anno per capire se scadranno oppure no. Il tema della sostenibilità, poi, in tutte le sue declinazioni, compresa quella più ampia di rigenerazione urbana, diventerà sempre più il driver del mercato, aprendo nuove opportunità per rispondere a prescrizioni di legge, tendenze e preferenze delle persone. Se le imprese sapranno coglierle e rispondere al cambiamento, voglio essere ottimista e credere che il settore potrà continuare a crescere, adattandosi.

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