Riqualificazione | Ozzano dell’Emilia, Bologna

Ex fienile vincolato del primo Novecento trasformato in residenza

Podere Stanga a Ozzano dell’Emilia è un complesso agricolo del primo Novecento costituito da una casa colonica, un fienile con stalla e una casetta agricola per piccoli animali. L’intervento di trasformazione in residenza è nato da un’attenta analisi degli edifici storici agricoli della zona con l'obiettivo di recuperare la costruzione esistente evidenziando in differenza il recente costruito dall'originale. Si è prestata attenzione a utilizzare materiali compatibili e protettivi delle strutture esistenti.

Il complesso di edifici sorge su un’area della campagna tra Bologna e Castel San Pietro, sulla strada parallela alla via Emilia denominata Stradelli Guelfi, area pedecollinare della pianura padana che ha fatto parte di quei terreni di bonifica che vennero dati in epoca romana ai legionari reduci dalle campagne di guerra affinché costruissero fattorie per coltivare e amministrare la terra, una razionalizzazione del territorio che dura fino ai nostri giorni.

Infatti, la vocazione è la medesima, questi territori nel tempo sono diventati grandi fondi amministrati da proprietari terrieri e famiglie aristocratiche, esistenti fino a poco tempo fa. Territorio molto fertile con produzione di cereali, barbabietola, mais, vigneti, terreno con sabbie pleistoceniche e argille, dove l’agricoltura si è sviluppata nell’agro industriale tra i più alti livelli al mondo. Oggi territorio organizzato attraverso consorzi e sistemi corporativi.

La tipologia edilizia

Il complesso agricolo è sito in un fondo denominato Podere Stanga ed è costituito da una casa colonica, fienile con stalla e casetta agricola per piccoli animali, risalente ai primi del Novecento. L’ex fienile aveva parti chiuse destinate a stalla, mentre le parti aperte al piano terra servivano come ricovero per i macchinari e al piano primo come ricovero per i raccolti.

La pianta è quadrata a pilastri con grande copertura in legno costituita da due capriate centrali e travi d’angolo, un sistema che si sosteneva con un’architettura di legno con triangoli chiusi, le differenze di quota sono colmate da elementi sempre in legno, quindi un sistema tridimensionale dove non ci sono tiranti metallici passanti da parte a parte, i muri di piedritto sono legati dal cordolo in legno e da questi triangoli spaziali.

Nelle campagne circostanti furono costruiti diversi casolari e la Soprintendenza è intervenuta vincolando queste tipologie terra cielo, cioè il vincolo è totale, con specifiche di mantenimento sulla copertura e sui loggiati a doppio volume. Si tratta di una tipologia di edificio estremamente compatto che può avere vari livelli di recupero, garantendone la salubrità.

Si tratta infatti di edifici con caratteristiche che in parte rientrano in quelle bioclimatiche, recentemente codificate. In un paese come l’Italia clima e paesaggio naturalistico, hanno portato a realizzare costruzioni dove l’orientamento, l’altitudine, i materiali sono stati usati sapientemente fin dall’antichità per ottenere salubrità. Basti pensare all’attenzione prestata agli ambienti che ospitano la pulizia del corpo e a quelli per la conservazione delle vivande.

La tecnologia oggi offre un grande supporto, a patto che sia integrata con i criteri di buon uso dei sistemi naturali e della fisica, quindi della buona progettazione e della buona manutenzione. Mai come oggi committenti e fruitori devono stabilire una relazione culturale con il progettista e l’esecutore.

I fronti sono così rappresentati: fronte su strada, loggiato a doppio volume a quattro campate, le due centrali esterne tamponate in laterizio con fasce di mattoni diverse, apertura centrale e fughe riempite senza stilatura e intonaco. La facciata coperta a intonaco (completamente ammalorato) e pilastri intonacati.

Il fronte destro, con porta su gli ambienti antistanti la stalla, ha piccole finestre alte, come nella stalla; il piano primo ospita piccoli ambienti con finestre. Gli altri due fronti, in origine aperti, negli anni ‘60 furono tamponati con laterizi economici per il ricovero degli attrezzi e ammorsate ai pilastri con tracce evidenti e con malte in cemento.

Arch. Diletta Evangelisti | Direttore lavori.

Diletta Evangelisti | Direttore lavori

«In fase di progetto ho deciso di mantenere la struttura esistente, d’intervenire su alcuni dettagli, compreso il loro trattamento in opera, per conservare correttamente l’identità storica dell’edificio. Il passaggio da fienile a residenza ha richiesto l’ubicazione degli ambienti cucina e servizi, che hanno richiesto l’inserimento di impianti specifici. È stata attribuita grande importanza all’uso degli intonaci di calce e alle tinte, anch’esse a base di calce, alla sacramatura che permette di leggere i passaggi dei vari interventi nel tempo, eliminando le parti non omogenee, come dimensionamenti e materiali più scadenti, fino alle lattonerie e alle gronde verniciate con un colore scuro per non apparire e passare in secondo piano. È stata fatta una lettura del volume, praticamente quadrato, e delle singole facciate in laterizio di diversa fattura e posa. I dettagli aggiunti sono stati necessari al passaggio da edificio agricolo a residenza. Le pietre naturali utilizzate per soglie e bancali hanno subito un processo facilmente reversibile».

Intervento di recupero

Il progetto di recupero e ridestinazione d’uso residenziale nasce da un’attenta analisi degli edifici storici agricoli con l’obiettivo di recuperare la costruzione esistente attraverso un puntuale intervento di restauro, fino ai dettagli delle finiture delle facciate che evidenziano in differenza il recente costruito dall’originale.

Si è prestata attenzione a utilizzare materiali come calcare chiaro per i bancali, pietra scura più resistente per le soglie, intonaci di calce e tinte a calce, tecniche di protezione dei laterizi con impiego di calci colorate. Con la tecnica della sagramatura si riesce a togliere la gelività del mattone, a dare una patina all’intera superficie, dove il colore è importante per dare risalto alla texture del mattone. In questo modo sono stati trattati i tamponamenti a filo pilastro lasciandolo intonso, anche con le parti di ammorsamento fatte in passato.

Le parti in laterizio arretrate rispetto alla struttura portante, come nella facciata con ingresso, dove si trovano le finestre, sono state intonacate con calce naturale. Gli intonaci di calce utilizzati su tutta la superficie interna ed esterna rendono l’intera struttura in laterizio omogenea. In copertura e in presenza di ponti termici sono stati utilizzati intonaci a maggiore resistenza termica. La nuova muratura è in laterizio intonacato.

I nuovi tamponamenti sono stati realizzati con laterizio a tenuta termica Evolater aumentando le sezioni delle murature esistenti nello stesso modo. Gli interventi di consolidamento statico messi in atto hanno riguardato le fondazioni, di cui è stata ampliata la superficie d’impronta tramite cordolature in c.a. poste lateralmente alla base dei muri e quindi fra loro collegate tramite nervature, sempre in c.a., passanti per le murature stesse. È stato realizzato un intero marciapiede cordolo a legare il grande quadrato e la parte del loggiato a doppio volume.

I solai erano stati precedentemente sostituiti con strutture in latero cemento, staticamente verificati e implementati dove necessitava. I nuovi solai sono stati realizzati con la stessa tecnica. Le camere laterali alla grande sala di soggiorno, per il contenimento energetico e per ottenere un’illuminazione puntuale, garantendo qualità del sonno e dello studio, sono state illuminate dall’alto verso il basso.

La qualità della luce diretta è importante in un edificio distante da altri edifici, praticamente isolato, infatti, in assenza di luce riflessa proveniente dall’esterno, il controllo dell’illuminazione interna dev’essere ottimale per non affaticare le persone.

La copertura originale in legno è stata mantenuta e consolidata, sostituendo le travi ammalorate. Anche la struttura secondaria, che presentava i maggiori ammaloramenti, è stata mantenuta. Infatti, le travi che legano le murature nei vertici sono quasi tutte originali mantenendo le quote.

Il progetto architettonico distributivo è stato concepito nel rispetto delle quote e delle caratteristiche dell’edificio. Il cordolo di appoggio perimetrale in legno massello e i dimensionamenti sono stati aggiornati alle norme attuali. Travi e capriate esistenti sono state conservate trattando il legno con antitarlo, sostituendo o trattando la ferramenta originale. Il manto in coppi originali è stato mantenuto e integrato.

Impiantistica

L’impianto della fognatura è stato realizzato esternamente alla struttura e raccorda su linee interne nell’area verde del giardino, sono stati realizzati diversi pozzetti di raccolta per le acque piovane e posizionati nelle parti pavimentate del percorso delle auto. Le acque nere defluiscono nella fognatura comunale. Le acque chiare vengono scaricate nei fossi.

L’immobile è dotato di un impianto elettrico generale, di un impianto di riscaldamento con caldaia e boiler incorporato per l’impianto idrico sanitario su due piani e per quello a radiatori. L’impianto illuminotecnico esterno al volume illumina i percorsi e i punti angolari eliminando riverbero, abbagliamento ambientale e consente di leggere il volume.

L’impianto illuminotecnico della sala centrale che affaccia sulla terrazza a doppio volume, sottostante alle capriate centrali e con una parte del volume occupato da un soppalco aperto sulla sala, è stata studiata per consentire una lettura chiara della copertura che dà un senso di calore e di unità all’ambiente. La luce scende dall’alto diretta sui piani.

Le cromie

La direzione artistica d’accordo con la Soprintendenza ha realizzato un abaco dei colori, coordinando quelli esterni con quelli interni, che ha contemplato tutti manufatti e non solo gli intonaci predisponendo una cartella colori. Le tinte esterne sono tutte a base di calce con pigmenti naturali stese a regola d’arte.

La ricerca è stata condotta dando preminenza al colore della calce per la sacramatura, che fa parte dei rossi della campagna bolognese, mentre le campiture intonacate hanno il colore naturale della calce, quindi un colore neutro che sottolinea la struttura.

Come spesso si vede nelle tipologie agricole, tra Emilia e Romagna, gli scuri in legno hanno colori brillanti, in questo caso è stato scelto un verde brillante fresco. Gli infissi e i balaustri sono in legno naturale rovere e abete. I pavimenti interni sono in gres porcellanato di Iris.

CHI HA FATTO COSA

  • Superficie: 450 mq
  • Progetto: 2018
  • Inizio lavori: 2018
  • Fine dei lavori agibilità: 2019
  • Committente: Privato
  • Progettista architettonico, direttore artistico e direttore lavori: Arch. Diletta Evangelisti, Bologna
  • Progettista strutturale: Ing. Pietro Bassi, Bologna
  • Coordinatore sicurezza: Geom. Davide Menti, Bologna
  • Progettista impianti: Studio Baccigotti, P.I. Valerio Baccigotti
  • Impresa edile: Nuova Edilizia di Hoaxa, Bologna
  • Impianti elettrici e idrico-sanitari: Ami Impianti, Bologna

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here